Giampiero Martinotti, la Repubblica 10/7/2012, 10 luglio 2012
PARIGI, SPESE PAZZE A SCIENCES-PO BUFERA SULLA SCUOLA DELLA ÉLITE
Prestigiosa ma un po´ troppo disinvolta nella gestione dei suoi bilanci: la Corte dei conti punta il dito contro Sciences Po, una delle più autorevoli grandi scuole francesi, quella in cui si ritrovano i più fini analisti della politica, della società e dell´economia. Non una qualsiasi facoltà di Scienze politiche, bensì l´istituto basato sulla meritocrazia che forma una parte dell´élite dirigente del paese. Negli ultimi quindici anni è stata rivoluzionata da Richard Descoings, personaggio sui generis del mondo universitario francese, scomparso brutalmente pochi mesi fa. Oggi, proprio la sua gestione, eccentrica intelligente e autocratica, è messa sotto accusa dai magistrati contabili.
Sciences Po è una scuola senza equivalenti all´estero, co-gestita da un istituto pubblico e da una fondazione privata, con una governance difficilmente comprensibile per un profano. Descoings l´ha messa sottosopra, ha cercato di aprirla a classi sociali che ne erano escluse, ha promosso l´introduzione di nuovi insegnamenti. I suoi metodi sono stati spesso contestati, così come il suo stipendio, 27mila euro lordi al mese, una cifra astronomica nel mondo della ricerca e dell´insegnamento. Adesso, è anche la sua gestione a essere contestata.
Secondo le prime indiscrezioni, diffuse da Le Monde, la Corte dei conti si appresta a pubblicare dopo l´estate un rapporto molto severo sull´opacità della gestione finanziaria: indennità ai membri del comitato direttivo tra i 10 e i 100mila euro annui senza che il consiglio di amministrazione ne fosse informato; cene in ristoranti di alto livello; missioni in patria o all´estero costose, mentre andrebbero rispettati i modesti limiti fissati ai dipendenti pubblici (60 euro per una camera d´albergo, 15 per un pasto); un milione di euro spesi per il rapporto che il governo aveva affidato a Descoings sulla riforma dei licei; professori che dovrebbero insegnare 128 ore all´anno e non rispettano l´obbligo. Senza dimenticare una politica degli acquisti poco razionale e i numerosi contratti firmati con i fornitori senza tener conto degli interessi dell´istituto.
Non sono accuse da poco, soprattutto in tempi in cui l´università e la ricerca devono stringere la cinghia. La Corte dei conti, con la sua indagine, ha deciso di ispezionare un´istituzione che si era presa qualche libertà grazie al suo status di rappresentante dell´«eccellenza francese». I magistrati ci sono andati giù duro e il rapporto conclusivo potrebbe anche contenere la richiesta di un procedimento penale a carico dei responsabili delle irregolarità.