Roberto Benigni, Panorama n. 29 11/7/2012, 11 luglio 2012
ODE ALL’ITALIA
Ma cosa mi chiedi, caro Carlo? Ma che mi chiedete da Panorama? La parola eccellenza l’abbiamo inventata noi italiani. Siamo sempre stati l’eccellenza nel mondo, abbiamo inventato la cambiale, la finanza, le banche. All’epoca di Dante, senza una lingua e senza uno stato, abbiamo inventato la cassa, il credito e il debito che adesso lo abbiamo noi: prestavamo soldi a re e papi, Edoardo I d’Inghilterra deve ancora restituirceli adesso. Dovremmo andarli a chiedere indietro. Abbiamo inventato la prospettiva, lo sfumato, l’opera di San Benedetto che ha rifatto l’Europa e infatti ne è il patrono. Ha anche aggiunto il «labora» all’«ora» e così ha fatto lavorare tutti i monaci. Vedi che bella lista. Poi abbiamo alfabetizzato la musica, dato i nomi alle note e ai tempi come forte, fortissimo e con brio, inventato il pianoforte, il violino e la viola. Se si suona nel mondo, è perché ci siamo noi italiani. Che bellissima lista, che gran gusto a dirla: e ancora strade, acquedotti e fogne, terme, igiene e pulizia, abbiamo insegnato al mondo a darsi la mano nel 1200 a Firenze. Le due corsie, il senso unico a Roma con Bonifacio VIII. Abbiamo inventato il bacio moderno, quello con la lingua, con Caterina de’ Medici che poi lo insegnò a Enrico II e infatti si chiama «alla francese». Fu uno scandalo enorme, a quei tempi. È una lista bellissima quella delle nostre eccellenze. Il tovagliolo e le posate; il sonetto, senza il quale non sarebbe esistito neppure William Shakespeare; la lirica, l’affresco, il primo artista moderno, Giotto; il primo intellettuale, Giovanni Boccaccio, che veniva pagato per scrivere; il primo architetto, Filippo Brunelleschi; il diritto, il Barocco, il Manierismo; la scienza politica con Niccolò Machiavelli. Un elenco bellissimo, che non finisce più. Abbiamo inventato l’Europa con Pio II, mentre a Lepanto gli italiani sotto le insegne di Venezia morirono per fare l’Europa; un italiano ha scoperto l’America e qualche anno dopo un altro italiano le ha dato il suo nome. Che lezione dal passato. Rinascimento, Risorgimento: questo è il Paese della resurrezione e del miracolo permanente. La nostra capacità di superare le crisi è stata presa a modello da tutti gli altri. Che lezione per il futuro. Oggi Renzo Piano è Brunelleschi, Claudio Abbado è il più grande direttore d’orchestra del mondo, Federico Fellini è stato il più grande regista. Che bell’elenco, non finisce più; che piacere dirveli tutti. La Ferrari è il simbolo dell’automobile che è la più bella che incontri sulle strade; la dieta mediterranea l’abbiamo inventata noi; Ennio Morricone che è classico e pop, che sta tra Giacomo Puccini e Jimi Hendrix; Umberto Eco è il più grande intellettuale vivente al mondo; Giorgio Armani è il Michelangelo della moda. E poi siamo generosi, noi italiani, che bell’elenco che ho fatto, quanti doni abbiamo dato noi italiani all’umanità. Ma, caro Carlo e caro Panorama, non posso andare avanti perché avrete anche altre cose da scrivere sul giornale e se continuo occupo tutto lo spazio. Perché di cose da dire ne avrei ancora tante, eh?, ma tante davvero. Facciamo così: facciamo che questa è solo la prima puntata. Ne faremo una seconda, questa lista è davvero troppo bella.
Roberto Benigni (testo raccolto da Carlo Piano)