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 2012  maggio 23 Mercoledì calendario

DE BENEDETTI RIPRENDE LA TESSERA N.1 DEL PD E SMENTISCE BERSANI


Queste elezioni amministrative hanno dimostrato due fatti. Primo: il centrosinistra «tiene» nello schema classico, quello di Vasto (Pd, Sel, Idv). Secondo: quello stesso schema non basta a intercettare i voti in uscita dal centrodestra. Per congelati. Ma alle elezioni politiche si muoveranno. Gli elettori orfani del Pdl, infatti, o sono rimasti a casa o, quando hanno trovato un’offerta nuova e più credibile, come il Movimento 5 Stelle a Parma, l’hanno votata. E in questi casi il patto di Vasto ha perso. Questa, in sostanza, è l’analisi che, ieri, si faceva nel Partito democratico tra i veltroniani, ma anche tra i lettiani. Il partito, e in questo si dà ragione a Pier Luigi Bersani, «regge». Nella devastazione generale, c’è. E in molti posti guadagna avamposti con risultati storici (vedi al Nord, in particolare in Brianza). Il problema è che, comunque, «non riesce a intercettare i voti dell’altra parte». E, si teme, non ci riuscirà mai. Ecco perché, si dice, anche questi ballottaggi confermano la necessità di una lista civica nazionale. Che punti sui temi della legalità e della trasparenza, dell’equità sociale e del rinnovamento.
Dell’idea Libero ne aveva parlato una settimana fa, dopo un editoriale di Eugenio Scalfari che suggeriva proprio questa ipotesi. Da allora, nel Pd e non solo, se n’è continuato a parlare. E l’operazione sta facendo dei passi. Ne è sempre più convinto Carlo De Benedetti, che proprio ieri ha criticato l’affermazione di Bersani secondo cui il Pd avrebbe vinto «senza se e senza ma». Per il patròn del gruppo Repubblica c’è stato «un buon risultato dove il Pd ha vinto, però con candidati diversi dalle intenzioni. Non si può infatti ascrivere al Pd la vittoria di Orlando né, in misura minore, quella di Doria». L’Ingegnere ha aggiunto che, secondo lui, «servono anche nel centrosinistra profondi cambiamenti » per colmare la «frattura» che si è creata coi cittadini. Cosa abbia in mente De Benedetti lo spiega chi ha parlato in questi giorni con lui. A una lista civica nazionale, appunto, che tenga dentro movimenti come Libera di Don Ciotti, personalità come Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, o Raffaele Cantone, oggi magistrato della Suprema Corte di Cassazione, ma per anni in prima linea nelle indagini contro la camorra. E poi, certo, Roberto Saviano, anche se lo scrittore è restìo a un impegno politico in prima persona. Ma i nomi non mancano. Molti saranno dal 14 al 17 a Bologna per la prima festa di Repubblica, sempre più quotidiano-partito.
I ballottaggi, poi, hanno confermato la necessità di un contenitore che si aggiunga alla coalizione di Vasto. Con volti nuovi, fuori dai partiti. Facce che diano il senso di quel rinnovamento chiesto a gran forza dagli elettori e che, per ora, riesce a intercettare solo il movimento di Grillo. In più il terzo polo è evaporato. E l’Udc è in cammino per tornare nel centrodestra. Occorre, quindi, si dice, un’offerta politica che, alleata della coalizione di Vasto, raccolga i voti che il Pd non riesce a raccogliere. Le liste nazionali potrebbero essere addirittura due. Anche l’Idv, infatti, uscita molto ridimensionata da queste elezioni, sta pensando di fare un unico listone con Sel. Almeno al Senato, dove lo sbarramento – se la legge elettorale non cambia – è dell’8%.
La lista della “legalità” e quella della sinistra vendolian-dipietrista, del resto, potrebbero non essere le uniche. Michele Emiliano, sindaco di Bari, non ha abbandonato l’idea di un contenitore di sindaci con Luigi De Magistris e altri. E non esclude di mettersi alla guida di una lista civica nazionale il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, nel caso in cui i vertici delPdgli negassero le primarie. Anzi, i maligni sostengono che il rottamatore punti a farsi dire di “no”proprio per avere l’alibi di mollare il Pd. Un finale che a Bersani potrebbe anche non dispiacere. Se non altro perché Renzi sarebbe in grado di attirare quei voti dal centrodestra che il Pd non è in grado di intercettare.
E torniamo al punto di partenza. Nel Pd si fa strada l’idea che serva una Cosa alla sua “destra”. Fli e Api, mollati da Casini, hanno fatto sapere di essere disposti a valutare un possibile approdo nel centrosinistra. Anche per loro allargare la coalizione di Vasto agevolerebbe il passaggio.
Se Walter Veltroni non vedrebbe male una lista “legalità”, anche Bersani, che ieri sera ha incontrato Mario Monti, non è contrario a operazioni di questo tipo. In pubblico e in privato continua a ripetere che «bisogna aprire il Pd», «tendere una mano alla società», «tenersi larghi». Nei prossimi mesi chiamerà a raccolta intellettuali, filosofi, personalità civili. «Tutti coloro che hanno idee per questo Paese e vogliono darci una mano per la riscossa civica», spiegano i suoi. Se poi qualcuno di loro volesse dar vita a una lista civica non sarà Bersani a impedirlo. «Dipende da dove si colloca», dicono i suoi. Se alleata del Pd, come sarebbe, se ne può parlare.

Elisa Calessi