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 2012  maggio 22 Martedì calendario

Seimila euro per sbaragliare tutti – Volete diventare assessori al Comune di Parma? Mandate il vostro curriculum al sito del locale movimento 5stelle

Seimila euro per sbaragliare tutti – Volete diventare assessori al Comune di Parma? Mandate il vostro curriculum al sito del locale movimento 5stelle. La selezione avverrà infatti via web e assicura il neo-sindaco che nel sito saranno indicati i criteri di selezione e la motivazione delle scelte. Sì perché un uragano elettorale ha portato sulla poltrona di primo cittadino della città di Maria Luigia un seguace di Beppe Grillo, Federico Pizzarotti, 39 anni, project manager informatico in una banca. Ha ribaltato i sondaggi della vigilia (al primo turno era indietro 20 punti percentuali) e inferto una sconfitta bruciante al candidato Pd, sostenuto anche da Idv e Sel, Vincenzo Bernazzoli. Infatti non si è trattato di una vittoria al fotofinish ma di un trionfo: 60,2 % per il grillino, 39,7 % per il pidiessino.. Cosa farà il primo grillino sindaco di una città importante? «Non penso che il sindaco debba essere un tuttologo», afferma, «ma mi piace pensarlo come un capo-progetto, in grado di mettere in campo i migliori esperti per risolvere le problematiche della città. Penso che le soluzioni ai problemi non debbano nascere nel chiuso di stanze asettiche, ma in mezzo ai cittadini, solo così potremo trovare soluzioni condivise ed adeguate. Se volete potete contattarmi direttamente all’indirizzo federicopizzarotti@gmail.com». Dietro la vittoria c’è anche una first lady, si chiama Cinzia e da 9 anni è la moglie di Federico. È stata lei, grillina della prim’ora, la regista della campagna elettorale del marito. Ha raggiunto con lui la piazza per festeggiare: «Prima cittadina di Parma? No, abbiamo lavorato tutti insieme in gruppo. Gli sono stata sempre accanto, nel mio duplice ruolo, non solo quello di attivista. Ora siamo veramente felici, ma vogliamo mantenere un profilo basso anche nei festeggiamenti». C’è da giurare che sarà tra i protagonisti della nuova stagione politica parmense: «Se mi cambia la vita?», dice, «sicuramente in meglio, ci sono tante cose da fare». Parma si conferma imprevedibile. Fu la prima città emiliana, nel 1998, a chiamarsi fuori dall’Emilia rossa, voltando le spalle al Pd e votando per un civico di centrodestra, ora è la prima città italiana ad affidarsi ai 5stelle. E sarà una bella scommessa per Beppe Grillo che dalle battute ad effetto nelle piazze dovrà ora dimostrare che il suo movimento è anche in grado di governare. E il neo-sindaco già annuncia di volere mantenere le promesse: cancellare l’inceneritore che era stato progettato e che Enìa stava per costruire, ridurre le sovvenzioni al teatro Regio perché troppo elitario, ascoltare tutti i cittadini che hanno qualcosa da dire soprattutto attraverso il web, da cui sarà possibile assistere alle riunioni del consiglio comunale. «Sarà una presa della Bastiglia», urlò Grillo nello show-comizio pre-elezioni. È stato davvero così e ora Parma diventa una città-laboratorio, tutti a osservare come si comporterà la pattuglia grillina che governerà il Comune, con 19 consiglieri contro i 6 del Pd, 1 del Pdl, 1 Udc, eccetera. Certo, l’analisi del voto sottolinea che il forte astensionismo ha penalizzato il candidato del centrosinistra, che sui grillini si sono riversati anche voti del centrodestra che hanno preferito cada-Sansone-con-tutti-i-filistei piuttosto che consegnare il Comune al Pd (perfino l’ultraconservatore parlamentare Pdl, Fabio Garagnani, aveva invitato a votare 5stelle), che la città era frastornata dall’inanellamento di una serie di scandali e aveva voglia di voltare pagina, che i grillini sono stati abili nel contrapporre il nuovo al vecchio, cioè al candidato Pd politico di lungo corso e presidente della Provincia (ha fatto la campagna elettorale senza dimettersi), e infine che Bernazzoli ha ostentato troppa sicurezza («è come giocare la Coppa Italia», aveva detto, «contro una squadra di serie B»). Che non si tratti di un fenomeno circoscritto al parmense lo dimostra il fatto che sempre in Emilia ma nel ferrarese, a Comacchio, il grillino ha sconfitto con quasi il 10,5% di scarto il sindaco uscente sostenuto da una coalizione che andava dal Pd all’Udc-Terzo Polo, e nel bolognese, a Budrio, roccaforte comunista dal dopoguerra, il grillino ha sfiorato la clamorosa vittoria, solo 257 voti in meno del candidato di centrosinistra, che ha ottenuto il 51,43% (4.595 voti). Il comico convertitosi alla politica è euforico. È annunciato a Parma per festeggiare, forse venerdì: sarà ricevuto in Comune? Il suo entourage dice che non è accorso all’annuncio della vittoria per non oscurare il successo di Pizzarotti, il messaggio è che il movimento non è solo Grillo, anche se in realtà lui è il deus-ex-machina e non si muove stella che Grillo non voglia. «Grillo non l’ho ancora sentito», dice il neo-sindaco, «del resto qui in piazza ci siamo noi, e in giunta ci andremo noi». E ci tiene a precisare che è una vittoria anche di una campagna elettorale low cost «perché la gente è stufa dei costi della politica». La sua campagna elettorale è costata 6 mila euro. «E a proposito di costi», continua, «la prima cosa che faremo è concentrarci sul maxi-debito (600 milioni ndr)che ha il Comune. Vogliamo individuare responsabilità civili e penali di chi ha distrutto Parma». Incredulità e musi lunghi nella sede Pd. Commenta il candidato sconfitto: «Il centrodestra ha cercato una rivincita e si è saldato coi grillini».