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 2012  maggio 22 Martedì calendario

IL TESTAMENTO È DI ORIANA MA GLI ASSEGNI FORSE NO


La firma sul testamento di Oriana Fallaci non è stata falsificata. La verità, dunque, è più vicina di un passo, almeno secondo quanto sostiene il perito calligrafo nominato dal gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti. La studiosa Francesca Frasca, notizia di ieri, si dice convinta che sarebbe stata proprio Oriana a scrivere il suo nome sul documento con cui il nipote Edoardo Perazzi è stato nominato suo erede.
Perazzi, nel luglio dell’anno scorso, è stato indagato per truffa dalla Procura fiorentina a seguito di un esposto presentato da sua madre, Paola Fallaci e da suo fratello Antonio Perazzi. Secondo loro, il testamento sarebbe stato falsificato, per questo si sono rivolti alle autorità. «Tutto falso, sono fantasie», commentò Edoardo appena appresa la notizia dell’azione legale. «È una tegola addosso. Quel testamento è stato firmato a New York, davanti a testimoni, avvocati e a una corte».
E in effetti il documento originale è custodito negli Stati Uniti, nell’ufficio del tribunale di New York. Da noi è arrivata la copia conforme, che è stata esaminata sia dal perito nominato dal gip che dagli esperti indicati dalla Procura e dalle parti. Questi ultimi sostennero che la firma sul testamento fosse stata contraffatta.
Perazzi, ovviamente, ha sempre negato, ribadendo che i suoi rapporti con la zia erano cristallini. Quando le forze dell’ordine perquisirono la sua abitazione e sequestrarono alcune copie della carta, commentò: «Spero che il pm mi convochi. Mi sono sempre comportato in modo trasparente, nel rispetto dei voleri di Oriana».

Momento decisivo

In un’intervista rilasciata a Panorama tempo fa raccontò nei dettagli il momento della firma. Era il 2006, nella Grande Mela. Oriana «mi diede disposizioni precisissime», spiegò Edoardo. «La pubblicazione del romanzo inedito Un cappello pieno di ciliege; quali libri rieditare; come gestire i rapporti con la casa editrice». Insomma, la Fallaci avrebbe agito – come suo costume – con estrema precisione, anche nelle ultime settimane della sua vita, che terminò a Firenze il 15 settembre 2006.
Eppure, da anni la famiglia di Oriana è dilaniata da una lotta. Da una parte, appunto, Paola Fallaci e Antonio Perazzi. Dall’altra Edoardo, che si occupa a tempo pieno dell’eredità, dei volumi e di tutto ciò che riguarda la memoria della zia, ottenendone anche i diritti d’autore. Paola lo chiama «ex figlio» e pare convinta che egli abbia approfittato delle condizioni psico-fisiche della Fallaci nelle settimane prima della morte (così almeno hanno sostenuto i suoi avvocati).
Non solo: Edoardo avrebbe anche tradito le volontà della zia, per esempio facendo pubblicare Un cappello pieno di ciliege, il romanzo postumo su cui la giornalista toscana aveva lavorato per un’infinità di tempo, raccogliendo una documentazione sterminata.
Le polemiche fra gli eredi iniziarono proprio al momento della pubblicazione, da parte di Rizzoli, di quest’ultimo volume, nel 2008. Il libro divenne immediatamente un bestseller, con tre edizioni e circa 500 mila copie evaporate in pochi giorni.

Il romanzo

A quel punto, Paola Fallaci prese la parola, rilasciando un’intervista a Vanity Fair in cui si mostrava decisa: «Lei non ha lasciato scritto niente. Nel suo ultimo testamento non nomina il suo amatissimo libro. L’Oriana che si riempiva e ci riempiva di appunti su tutto...», disse. «Non è possibile che sia morta senza nominarlo, senza deciderne il destino. La verità è che l’aveva abbandonato, si era rassegnata alla malattia, al corso diverso degli eventi. Se avesse voluto pubblicarlo, poi, lo avrebbe fatto lei, da viva. Certamente non con la Rizzoli».

Ultime volontà

Negli anni successivi la diatriba è proseguita a suon di interviste, fino a che Paola non si è rivolta alle autorità accusando Edoardo. «Non mi interessano i soldi, ma l’eredità culturale e morale di Oriana», spiegò. «L’esposto è una voglia di giustizia. Lo faccio per lei, perché voglio che vengano rispettate le sue volontà, che non venga tradita la sua immagine». Bene, poco meno di dodici mesi dopo scopriamo che – secondo l’esperta nominata dal gip – il testamento è autentico. Questione risolta, infine? Non del tutto, purtroppo.
Dall’indagine del perito calligrafo emergono ulteriori problemi. La studiosa incaricata, infatti, non si è limitata a esaminare il testamento, ma ha lavorato anche su alcuni assegni che Oriana Fallaci avrebbe staccato dal suo libretto poco prima di morire. La firma su uno di essi sarebbe attribuibile allo stesso Perazzi. C’è poi un altro assegno sospetto, per altro dall’importo notevole. Oltre 500 mila euro a favore della sorella Paola Fallaci.
E anche in questo caso la firma appare dubbia.

Francesco Borgonovo