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 2012  maggio 22 Martedì calendario

LO STATO NON PAGHERÀ PIÙ, POLEMICA SUI RISARCIMENTI

Il primo decreto arriverà oggi in Consiglio dei ministri: “Sarà la classica ordinanza di Protezione civile e seguirà i dettami della riforma approvata la scorsa settimana”, ha spiegato il sottosegretario Antonio Catricalà, ieri in Emilia sui luoghi colpiti dal terremoto. In buona sostanza, la fase dell’emergenza – intesa solo come prima assistenza alle popolazioni colpite – durerà al massimo cento giorni, per i primi venti dei quali il commissario straordinario Franco Gabrielli farà più o meno come gli pare, visto che non dovrà nemmeno sottoporre le sue ordinanze al Tesoro per il tradizionale “visto”. A seguire, il potere dovrà tornare alle amministrazioni interessate: regione, province e comuni. È lì che inizia la fase difficile, quando bisognerà trovare i soldi per la ricostruzione per case e industrie danneggiate. Qui conviene dare un piccolo chiarimento sul decreto che riforma la Protezione civile e comincia oggi il suo iter parlamentare alla Camera: essendo un dl è in vigore dal momento della sua pubblicazione in Gazzetta, avvenuta il 16 maggio, ma non per la parte che riguarda le famose assicurazioni private contro le calamità che tante polemiche sta suscitando.
QUESTA PARTE della riforma, infatti, delega il governo ad emanare un decreto attuativo entro 90 giorni dall’approvazione della legge – gli enti locali hanno poi altri 30 giorni per modificarlo – per “consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi da calamità naturale” anche attraverso detrazioni fiscali per sgravare “anche parzialmente” l’erario dagli oneri della ricostruzione. “Diciamo che gli emiliani saranno gli ultimi ad avere il risarcimento completo da parte dello Stato”, è il parere delle associazioni dei consumatori. Non è affatto detto, in realtà, che quello delle assicurazioni non si riveli un metodo meno farraginoso e costoso delle inefficienti gestioni commissariali adottate finora (vedi il caso del Molise, con sfollati ancora parcheggiati nei container): bisognerà, per capirlo, aspettare l’autunno, quando il governo scriverà il testo. Adesso i soldi che vanno trovati sono comunque quelli per la gestione dell’emergenza e altre cosette come il rinvio della riscossione dei tributi nelle zone terremotate: “Ci sono varie forme all’esame, vedremo qual è migliore, quella che si addice alla situazione”, ha glissato Catricalà. Probabile, comunque, che il governo si muova sulla linea di quanto scritto nel decreto: il denaro arriva dal Fondo per la Protezione civile, c’è scritto, che poi però va ripianato. Due i modi indicati: tagli di spesa – ce n’è un elenco possibile in allegato – o l’aumento di 5 centesimi dell’accisa nazionale sulla benzina (e un aumento di 5 centesimi è concesso anche alla regione colpita). Ieri, un’idea pazza girava nei palazzi della politica romana: rinunciamo alla rata del rimborso elettorale di giugno e la devolviamo ai terremotati. Cento milioni di euro non risolvono tutto, ma sarebbero già un bell’inizio.
giudiziario. Poco fuori il paese di Sant’Agostino sotto le macerie della Tecnopress (220 dipendenti, produzione di macchinari e pezzi di ricambio per l’industria della ceramica) è rimasto ucciso il 54enne Gerardo Cesaro, da un paio d’anni operaio in quello stabilimento. I colleghi di Cesaro però si assiepano fuori dalle rete che contorna la fabbrica tra campi di barbabietole e asparagi. “Nella parte caduta c’erano circa 13 presse”, spiega un ragazzo che da una decina d’anni lavora lì, “il capannone che ha ceduto è stato costruito tra gli anni sessanta e settanta. Non ci spieghiamo come possa essere successo”. Dello stesso tenore le parole che si registrano fuori dallo stabilimento Ceramiche San-t’Agostino: 360 dipendenti e un volume d’affari imponente.
IL MAGAZZINO bianco e blu che ha inghiottito i corpi di Nicola Cavicchi e Leonardo Ansaloni, è stato costruito non più di 8 anni fa. Anche qui il rischio è che tra sequestro delle autorità e ripresa dei lavori in sicurezza, per gli operai si dovranno attendere parecchi mesi.
L’arrivo di Monti. Ieri in serata è arrivato il presidente del Consiglio Mario Monti che, dopo il vertice in prefettura a Ferrara, questa mattina sarà proprio a Sant’Agostino, dove le vittime del terremoto sono state quattro. Visiterà le aree più colpite, ma da lui la gente si aspetta risposte sulla cassa integrazione straordinaria e se e quali aiuti che il governo vorrà stanziare.