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 2012  settembre 10 Lunedì calendario

Conti da campioni Dallo scudetto all’Europa la Juve incasserà 55 milioni – I 35 milioni del previsto indotto dalla Champions, più altri 20 di ritorno da altri tornei serviranno ai bianconeri per riconquistare tifosi e ricavi all’estero Lo scudetto dell’orgoglio, l’odore dei soldi

Conti da campioni Dallo scudetto all’Europa la Juve incasserà 55 milioni – I 35 milioni del previsto indotto dalla Champions, più altri 20 di ritorno da altri tornei serviranno ai bianconeri per riconquistare tifosi e ricavi all’estero Lo scudetto dell’orgoglio, l’odore dei soldi. La Juventus si riscopre vincente e, di conseguenza, più ricca. È stata una stagione trionfale per le finanze. La differenza la fa soprattutto il ritorno nell’Europa che conta: la partecipazione alla prossima Champions League, tutto compreso, garantirà almeno 35 milioni. Da campionato, Coppa Italia e successiva Supercoppa, considerato soprattutto l’indotto del marketing, pioveranno altri 20 milioni. Un tesoretto di 55 milioni, quindi, che consentirà ai bianconeri di tornare nel 2012-13 a un fatturato da top team, sopra quota 200, dopo le ultime due annate di vacche magre (i ricavi al 30 giugno 2012 dovrebbero essere in linea con i 154 milioni del bilancio 2010-11). Ma è al medio-lungo termine che giustamente guarda Andrea Agnelli, nella consapevolezza che le eccellenti prestazioni sportive, combinate con lo stadio di proprietà, potranno essere il grimaldello per nuove frontiere commerciali e, quindi, ricavi sempre maggiori. Benefici Chi vince lo scudetto, economicamente parlando, non fa un grande affare. Bisogna pagare i premi a squadra e staff tecnico, che nel caso della Juventus ammonteranno a circa 10 milioni (sono stati 11,6 per il Milan tricolore del 2011). In cambio, dalla Lega arrivano spiccioli: i diritti collettivi (tv e altro, pari a 830 milioni annui) vengono redistribuiti soltanto per il 5% in base alla classifica del campionato corrente, ciò significa che tra un posto e quello adiacente ballano poco più di 200 mila euro. Per i bianconeri, però, il differenziale va calcolato con la stagione 2010-11 conclusa al settimo posto: +1,5 milioni. Qualche milione in più, grazie al primo posto in Serie A, verrà pure dalla Champions perché metà della quota del cosiddetto market pool (legato ai diritti media) è devoluta in base al piazzamento nel campionato nazionale: ai vincitori spetta il 40%. In finale di Coppa Italia, la Juventus si è poi garantita — tra proventi tv e botteghino dell’Olimpico — almeno 3 milioni che potranno diventare 3,5 in caso di vittoria contro il Napoli. Sfida che si ripeterà nella Supercoppa italiana: la forbice dei ricavi è tra 1,3 e 1,8 milioni (dipende se si va in Cina oppure no). Ma è la Champions a far leccare i baffi, tanto più che dalla prossima stagione i premi che l’Uefa garantirà alle partecipanti cresceranno del 15%: tra bonus, market pool, gettoni degli sponsor e incassi allo stadio, la stima è di almeno 35 milioni, destinati a salire a mano a mano che l’avventura continua. Sponsor Una Juve vincente fa bene, tanto bene al marketing: oltre a un’impennata nella parte variabile degli attuali contratti di sponsorizzazione, ci sarà un rialzo dei compensi in sede di rinnovo, per un gettito complessivo di circa 10 milioni. Meno allettanti i guadagni dalla vendita di prodotti ufficiali, visto che il fatturato della controllata Juventus Merchandising si aggira sui 6 milioni e l’effetto scudetto potrebbe aggiungerne un paio. Tutto da verificare, infine, il business dello stadio, che fa già il tutto esaurito e può crescere aumentando i prezzi dei biglietti e, nel giro di qualche anno, allestendo nuove aree vip e corporate. In prospettiva C’è un numero che spiega forse meglio di altri la nuova mission della società: da Calciopoli a oggi la Juventus ha perso quasi 5 milioni di tifosi in Europa (dai 17,7 milioni del 2007 ai 13,1 del 2010, secondo Sport+Markt) perché la lontananza dai palcoscenici più importanti e l’assenza di successi hanno avuto un effetto negativo nella platea degli appassionati oltre confine, più «volatile» di quella domestica. L’obiettivo è di recuperare quella fetta di pubblico, e non solo. «Ora che è tornata di nuovo alla ribalta internazionale — spiega Giorgio Brambilla, direttore di Sport+Markt Italia — la Juventus potrà attaccare i mercati emergenti di India, Cina, Indonesia, Malesia, dove c’è grande capacità di investimento da parte delle aziende fortemente interessate al calcio europeo. E negli Stati Uniti si gioverà della partnership con Jeep». Ma c’è un ma. Presto non ci sarà più Del Piero, unica stella veramente globale. Chissà che l’agognato top player non sia anche la nuova icona della Juve nel mondo.