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 2012  aprile 05 Giovedì calendario

Il Trota dei padani che sguazza con papà fra auto, calcio e pupe - Nella scheda biografica del suo sito personale, alla vo­ce «professione», c’è an­cora scritto «studente»

Il Trota dei padani che sguazza con papà fra auto, calcio e pupe - Nella scheda biografica del suo sito personale, alla vo­ce «professione», c’è an­cora scritto «studente». Sì, ma do­v­e studia esattamente Renzo Bos­si? Mistero. «Faccio Economia, ma non dico in quale università sennò mi ritrovo quelli di Striscia in facoltà a rom­pere le scato­le», spiegò una volta la Trota (o il Trota). In real­tà, in quell’am­polla piena di sostanze vele­nose che è or­mai la Lega, cir­cola una versio­ne (o leggenda malevola?) secondo cui il miste­rioso ateneo sarebbe stato scelto da un esperto nel ramo lauree faci­li, Francesco Belsito, ex tesoriere, pluri-indagato e «laureato» a Mal­ta (ma ne ha anche una presa a Londra...). Ma almeno il diploma, strappato con grande difficoltà do­po tre bocciature, quello si sa do­ve l’ha preso il Trota? No, mistero anche quello (e anche lì i veleni ci vedono la manina di Belsito, esperto anche nel ramo diplomi di cortesia, lui che è diplomato pe­rito a Napoli, in una scuola che non esiste più e senza riscontri nei registri). Renzo sul sito poteva scrivere «politico» e avrebbe detto il vero, perché ormai è quella la sua pro­fessione, da consigliere regionale e Responsabile Media (nel senso di tv, radio e giornali) della Lega, sempre sotto l’ala protettiva di pa­pà e mamma che hanno disegna­to da tempo per lui un futuro da leader. Primogenito dei tre figli della Marrone, Renzo è il predesti­nato al trono di Via Bellerio, poi­ché il Bossi più grande, cioè Ric­cardo (33 anni), non ha mostrato alcuna propensione alla politica ma solo ai rally e ai reality (quan­do annunciò di voler fare il naufra­go all’Isola dei famosi, papà Um­berto lo fulminò con un «lo pren­do a calci in culo», e lui cambiò idea). Quindi il vero Bossi jr, mal­grado siano quattro, è il Trota, che Bossi senior si porta dietro fin da quando era un girino, per appren­dere il mestiere. Ha circa otto anni quando si manifesta sotto il palco di Pontida urlando «Padania libe­ra! » e «Bossi, Bossi, Bossi!», come se non fosse Bossi anche lui. La pri­ma vera uscita pubblica è però un anno dopo la malattia che colpì il padre nel 2004: Renzo si affaccia alla finestra della casa di Carlo Cat­taneo a Lugano, accanto a Umber­to, anche lì urlando un «Padania li­bera ». Da lì in poi inizia ad accom­­pagnare il padre in tutti i comizi, al­le manifestazioni tipo Miss Pada­nia, a Ponte di Legno per Ferrago­sto, alla festa dei popoli a Venezia, alla cerimonia per la raccolta del­l’acqua alla fonte del Po sul Monvi­so, ovunque. Con la Lega di nuovo al governo e il papà ministro, Ren­zo sbarca a Roma. «Bella, città uni­ca » è il primo commento. «Davve­ro bello» è an­che il Quirina­le, che visita quando il pa-d­regiuradami-nistro. E già ri-la­sciadichiara-zioniallastam-pa, daquasipo-l­itico: «Venen-d­oquialQuiri-nale coi miei fratelli,il tassista ci ha incoraggia­to dicendoci “ mi raccomando, im­pegnatevi contro i clandestini!”». A Roma ladrona Renzo (che nel 2008 viene bocciato nuovamente all’esame di maturità presso il Col­legio arcivescovile Bentivoglio di Tradate) partecipa alle riunioni dei capi leghisti col premier Berlu­sconi, ai vertici economici col mi­nistro dell’Economia Tremonti, a quelli sulla riforma della giustizia a Palazzo Grazioli, insomma ai più alti consessi del governo. «A me non frega nulla di Roma, mi in­teressa il territorio - spiega alle agenzie il figlio del Capo- a Roma vado per conoscere le leggi e poi spiegarle sul territorio». E l’impe­gno viene ricambiato con due no­mine: segretario generale della Nazionale di calcio padana e vice presidente di Padania sport. In effetti più dell’economia stu­diata in qualche università ( ma si­curamente meno della politica e dei decreti attuativi del federali­smo fiscale), sembra lo appassio­nino altre cose: il calcio, appunto, le belle auto e le belle sventole, specie bionde (fenotipi padani). Grazie ai 12mila euro di stipendio da consigliere della Regione Lom­bardia (secondo i pm, anche gra­zie ad altri afflussi di denaro leghi­sta), Renzo Bossi gira tra Milano e Gemonio con un vistoso Suv Au­di, ha in uso anche una Bmw X5, mentre con l’amico Valerio Mero­la ( detto Merolone per certe quali­tà anatomiche) è stato visto girare per discoteche su una Lamborghi­ni. Motori e quindi donne, le pupe non secchione della tv. Prima la conturbante bionda Eliana Cartel­la (che l’ha mollato per Balotelli: «Renzo è romantico, ma lui è bel­lo »), quindi la bionda Elena Mora­­li, poi una certa Stefania, per far colpo sulla quale il romanticone Renzo prenotò un intero ristoran­te di sushi a Milano, stile De Niro. C’era una volta in Padania.