Eugenio Scalfari, la Repubblica 4/3/2011, 4 marzo 2011
UNA STRANA GIOVENTÙ CHE ODIA LA VELOCITÀ
Ieri è stato il sabato dei No-Tav in Valle e fuori Valle, a Roma e a Milano, a Mantova, ad Imperia, a Pisa, ad Alessandria, a Pesaro, ad Avellino e in molti altri luoghi urbani e universitari. Gli studenti sono infatti molto impegnati e la Tav – cioè l´Alta Velocità – è diventata l´obiettivo su cui puntare i fucili della polemica, la sfida alla politica e al governo, alle banche e al capitale, all´Europa dei tecnocrati e ai "media" servi dei padroni.
Però i cortei di ieri erano colorati e anche festosi. Qua e là qualche incidente e qualche occupazione stradale ma per fortuna nulla di grave.
Resta pur sempre il problema di come sbloccare la situazione nella Valle. L´idea d´una moratoria (Di Pietro) è bizzarra: i lavori sono in ritardo di sei anni e tutte le indagini geologiche, economiche, ambientali, impiantistiche che dovevano esser fatte sono state fatte; le modifiche al tracciato per venire incontro ad alcune richieste dei sindaci e delle popolazioni che rappresentano, sono state effettuate.
L´idea avanzata da Adriano Sofri d´una consultazione para-referendaria solleverebbe una quantità di questioni molto più spinose di quelle che in teoria dovrebbe risolvere. Anzitutto: chi dovrebbe votare in quella consultazione? I residenti nella Valle o anche le popolazioni servite dalla linea ferroviaria direttamente e indirettamente? E quali sono quelle popolazioni? Torino? Alessandria? Genova? Modena? Il Nordest