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 2011  gennaio 06 Giovedì calendario

VOLANO GLI SPREAD IN TUTTA EUROPA

Le turbolenze dei mercati finanziari tornano a infiammare il mercato degli spread dopo un inizio di 2012 relativamente tranquillo. Ieri il differenziale dei BTp italiani a 10 anni rispetto ai Bund di analoga durata è salito a 522 punti, 16 punti (o il 4,28%) in più della chiusura di mercoledì a fronte di un rendimento aumentato al 7,09% mentre lo spread dei Bonos spagnoli è cresciuto di 26 punti base (il 7,38%) a quota 378 punti.
Di pari portata in termini percentuali il rialzo subito dai titoli di stato francese nonostante l’esito positivo delle aste condotte in giornata. Il differenziale è infatti balzato del 7,85%, o 11 punti base, a 151 punti, ben lontano dai minimi toccati solo un mese fa quando lo spread degli OaT rispetto ai titoli di stato tedeschi era sceso a quota 100 punti. Proprio uno sguardo all’andamento parallelo del debito di Italia, Spagna e Francia nel corso degli ultimi trenta giorni sembra indicare un andamento sostanzialmente omogeneo per i titoli di debito dei tre paesi.
Rispetto al 1 dicembre 2011, cioè il giorno prima dell’intervento congiunto delle banche centrali per immettere liquidità in dollari sui mercati globali, lo spread della Francia è aumentato di oltre il 60% per cento (da 91 punti a 151) mentre quello della Spagna è salito del 4% (da 361 a 378) e quello dell’Italia del 24%, da 445 a 522. Se si guarda invece alle sole sedute di questo inizio di 2012, appare evidente che a essere sotto attacco in particolare Spagna e Francia che hanno registrato un aumento degli spread rispettivamente del 15,2% e del 12,68% mentre l’Italia denota un modesto incremento dello 0,57% pur rimanendo su valori più elevati. Nel complesso il mercato del debito rimane sotto pressione ma a differenza di qualche mese fa non sembra essere più l’Italia a rappresentare il punto di debolezza. «Ieri - ha detto un trader a Radiocor - il mercato è girato su toni molto negativi in tarda mattinata risentendo in particolare degli sviluppi della crisi ungherese, che potrebbe portare a ripercussioni negative in Europa. Ha pesato anche il grido d’allarme lanciato dalla Grecia su una sua possibile uscita dall’euro se non arriveranno ulteriori aiuti dalla comunità internazionale».
Insomma una serie di indicazioni, come quella giunta mercoledì dalla Spagna dove il quotidiano Expansion aveva rilanciato voci secondo cui il nuovo esecutivo potrebbe chiedere prestiti all’Unione dopo aver alzato le stime di deficit per il 2011 dal 6% all’8% del Pil, che contribuiscono a rendere pesante il clima sui titoli di Stato europeo. Senza dimenticare che rimane l’incognita di un taglio del rating di triplo A della Francia che avrebbe conseguenze anche su quello del fondo salva stati. In questo contesto, lo spread dell’Italia rimane ad alta quota ma senza essere messo sotto attacco specifico dai mercati come era invece accaduto nei mesi scorsi. «L’opinione comune dei trader - ha detto al Sole il responsabile per le operazioni sul debito di una grossa banca internazionale - è che la linea di credito a favore dell’Italia rimanga assolutamente aperta anche in virtù della fiducia riposta nel nuovo esecutivo. Il fatto che lo spread resti su livelli elevati dipende da numerose cause, non ultimo l’importante programma di rifinanziamento del debito italiano previsto per il 2012 e il fatto che in questo momento il mercato dei capitali europeo rimanga sostanzialmente poco liquido come dimostrano i livelli record di capitale parcheggiati presso la Bce».
Per assistere a un chiaro miglioramento occorrerà dunque attendere un paio di mesi a condizione che l’Europa confermi la propria determinazione a fronteggiare la crisi sia attraverso il rafforzamento delle istituzioni che attraverso l’anticipo al luglio 2012 dell’introduzione dell’Esm, il meccanismo di stabilità europeo che insieme all’Efsf dovrebbe fungere da barriera finanziaria contro le tempeste finanziarie.