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 2011  gennaio 04 Martedì calendario

Scontro franco-tedesco sulle poltrone, il belga Praet sarà capoeconomista Bce - Per capire le reazioni che potrebbero scatenarsi in Germania alla notizia che il belga Peter Praet è il nuovo capoeconomista della Bce, era sufficiente leggere ieri il Financial Times Deutschland: «La mossa furba di Draghi ai danni della Merkel»

Scontro franco-tedesco sulle poltrone, il belga Praet sarà capoeconomista Bce - Per capire le reazioni che potrebbero scatenarsi in Germania alla notizia che il belga Peter Praet è il nuovo capoeconomista della Bce, era sufficiente leggere ieri il Financial Times Deutschland: «La mossa furba di Draghi ai danni della Merkel». È vero: per la prima volta dalla nascita della Bce l’uomo che propone, in base alle analisi economiche, al board e al presidente dell’Eurotower se tagliare o meno i tassi di interesse, non sarà un tedesco. È altrettanto evidente, poi, che il quasi 63enne Praet rappresenta una scelta di compromesso dopo che le dimissioni del predecessore, Jürgen Stark avevano scatenato una guerra tra francesi e tedeschi per ottenere quel ruolo, sullo sfondo delle profonde divisioni tra i due Paesi sulle operazioni sui titoli di Stato e sul ruolo della Bce come «prestatore di ultima istanza». Ma in realtà le cose sono un po’ più complicate e bisogna leggere il comunicato dell’Eurotower fino in fondo per capire chi ha vinto davvero. Soprattutto, l’arrivo di Praet in una struttura ipertedesca come la direzione generale economica, in teoria, potrebbe essere uno specchietto per le allodole. A meno che quella struttura impostata e rimasta sostanzialmente invariata dei tempi di Otmar Issing, non cambi profondamente. Cosa, secondo quanto trapela dai corridoi dell’Eurotower, non improbabile. Anzitutto un compito fondamentale, quello delle «Operazioni di mercato» che comprende le decisioni che hanno spaccato nei mesi scorsi i falchi dalle colombe nell’Eurotower e che rappresentano uno dei motivi di attrito tra Parigi e Berlino, cioè gli acquisti dei titoli di Stato, passa a partire dal 1 marzo dallo spagnolo José Manuel González-Páramo al francese Benoît Coeuré. Difficile non leggerla come una vittoria francese. Tanto più che nessuno si fa più illusioni che il declassamento della Francia possa essere scongiurato e che le tensioni non aumenteranno anche sui bond transalpini. Ed è noto che le banche francesi hanno montagne di titoli italiani in portafoglio e l’ipotesi di un nostro default terrorizzi anche loro. Jörg Asmussen, subentrato in quota tedesca a Stark e destinato sulle prime, nelle intenzioni della Merkel, a ereditarne anche il ruolo di capoeconomista, viene promosso. Affianco a quella di responsabile delle Relazioni internazionali il tedesco rappresenterà la Bce agli Eurogruppi, agli Ecofin e siederà accanto al presidente, Mario Draghi, nei vertici internazionali ed europei. Sarà insomma l’uomo della Bce che seguirà da vicino l’evoluzione delle riforme europee della governance e delle modifiche dei Trattati. Un ruolo chiave, in questa fase. Chi conosce bene l’Eurotower invita a guardare con attenzione a queste due ultime figure, diventate con la crisi dell’euro e le funzioni straordinarie assunte dalla Bce a partire da maggio del2010 importanti quasi quanto quella di capoeconomista. Praet, poi, sarà responsabile dell’Economia, ma dai tempi di Issing la figura chiave del dipartimento è anche il direttore generale, il tedesco Wolfgang Schill e la sua struttura Ma Schill è lì da molto tempo e potrebbe presto lasciare il posto, assieme al suo vice, Philippe Moutot. Solo in quel caso la Germanicità dell’Eurotower sarà davvero compromessa.