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 2011  ottobre 27 Giovedì calendario

Fini critica lady Bossi ma lui ha accumulato privilegi e due vitalizi - Gianfranco Fini l’altra sera a Ballarò se l’è presa con la pensio­ne baby della moglie di Umberto Bossi, che quiesce dalla verde età di anni 39 al pari di altri 500mila di­pendenti pubblici o parastatali che poterono approfittare della legge Rumor

Fini critica lady Bossi ma lui ha accumulato privilegi e due vitalizi - Gianfranco Fini l’altra sera a Ballarò se l’è presa con la pensio­ne baby della moglie di Umberto Bossi, che quiesce dalla verde età di anni 39 al pari di altri 500mila di­pendenti pubblici o parastatali che poterono approfittare della legge Rumor. Almeno avesse cita­to la fonte della notizia, che è il li­bro Sanguisughe di Mario Giorda­no. Quando il ministro Mariastel­la Gelmini gli ha rimproverato la caduta di stile, il presidente della Camera ha risposto parafrasando Caterina Caselli: la verità ti fa ma­le, lo so. E allora, verità per verità, parlia­mo della pensione e dei privilegi di Gianfranco Fini. Che non sono paragonabili nemmeno alla lonta­na con le somme percepite dalla sciura Bossi. Fino a non molti anni fa, i parlamentari prendevano il vi­taliz­io e il cosiddetto assegno di so­lidarietà (una sorta di liquidazio­ne) anche senza mettere piede nei palazzi del potere, come fece Toni Negri. Oggi le regole sono più severe. Ma non così rigorose come quelle che il leader di Futuro e libertà in­voca per i lavoratori normali, ma­gari sbertucciandoli se hanno un impiego al Nord e votano Lega. E questa severità tocca solo parzial­mente Fini. Infatti la riforma del 1997 (vitalizio non prima dei 60 an­ni e con una legislatura completa alle spalle) ha salvaguardato i di­ritti acquisiti. Cioè, vale soltanto per chi è entrato in Parlamento per la prima volta nel 2001. E l’ex delfino di Almirante calca il Trans­atlantico dal lontano 1983. Per i comuni mortali, Fini pro­pone di elevare l’età pensionisti­ca a 67 anni abolendo la pensione di anzianità. Viceversa, se la legi­slatura finisse domani, il presiden­te della Camera (che compirà 60 anni tra due mesi, il 3 gennaio 2012) avrebbe già diritto alla pen­sione e alla «liquidazione».Imme­diatamente, a prescindere dal­l’anagrafe. Non è il solo a fruire di questo trattamento: per fare un esempio fra i tanti, il suo braccio destro Ita­lo Bocchino, se non fosse rieletto dopo la scadenza naturale di que­­sta legislatura ( cioè nella primave­ra 2013), potrebbe godersi la pen­sione a 45 anni. A quanto ammonterà la pensio­ne di Fini? Il calcolo è abbastanza semplice. Considerati i lunghi an­ni di presenza in Parlamento, il nu­mero di legislature (questa per lui è l’ottava)e l’ammontare delle in­dennità percepite, il leader del Fli potrà contare sul massimo previ­sto dalle leggi, cioè al 60 per cento dell’indennità di parlamentare. Il che equivale a 10.631 euro lordi al mese, pari a 6.434 euro netti. Non rientra in questo computo l’inden­nità di presidente pro tempore di Montecitorio, che è pari a quella di un ministro e che va a sommar­si­alle numerose voci dello stipen­dio di parlamentare. Al vitalizio si aggiunge l’asse­gno di fine mandato, quello che una volta i lavoratori chiamavano liquidazione. Per i nuovi parla­mentari tale assegno non può su­perare l’ 80 per cento dell’indenni­tà lorda moltiplicata per i cinque anni di legislatura, all’incirca 45mila euro netti. Ma Fini godreb­be di una somma molto maggiore in quanto, come già visto, a un vec­chio parlamentare non si applica­no le sforbiciate apportate dalle nuove norme. Per avere dei para­goni, nel 2008 Violante incassò 271mila euro, Mastella 307mila, Sanza 337mila e il recordman Cos­sutta ben 345mila. Fini è sulla buo­na strada per battere questo pri­mato. Non è finita. Perché la pensione da parlamentare gode dell’ine­guagliabile facoltà di sommarsi ad altri eventuali redditi. E Fini po­trebbe cumulare la pensione da giornalista erogata dall’Inpgi, l’istituto previdenziale autono­mo. Il giovane Gianfranco fu as­sunto al Secolo d’Italia , l’organo di stampa del Movimento sociale, nel 1977 come praticante; diven­ne professionista nel 1980 e si mi­se in aspettativa nel 1983 dopo l’elezione alla Camera. Infine, in qualità di ex presiden­te dell’assemblea di Montecito­rio, Fini avrà diritto - come i suoi predecessori - a ulteriori privilegi esclusivi come l’auto blu, la scor­ta, uffici riservati, personale di se­greteria, viaggi gratis per un certo numero di anni.