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 2011  ottobre 27 Giovedì calendario

I LOBBISTI E I FACCENDIERI

La penna brillante di Aldo Grasso deve essere inciampata in un grave errore di distrazione. Pennellando sulla figura di Valter Lavitola ha scritto ( Corriere 23 ottobre): «Forse abbiamo esagerato a descriverlo come faccendiere, magari è solo un lobbista, briccone come tanti altri». E così, per l’ ennesima volta, la professione del lobbista viene denigrata, dipinta come un lavoro da furbetti malvagi, un gradino più in basso perfino rispetto a quello del faccendiere. Aldo Grasso sa che non è così. Chi si occupa di rappresentare interessi presso le istituzioni, cioè il lobbista, non è un maneggione, un intrallazzatore o, peggio, un cinico borderline pronto a varcare la soglia dell’ illecito e sconfinare nel malaffare e nella corruzione. Ci sono in Italia molti lobbisti che esercitano la propria professione con grande correttezza verso le istituzioni: non solo rispettano le leggi, come devono fare tutti i cittadini, ma si adoperano anche perché il delicato dialogo con Parlamento, Governo, Pubblica amministrazione, Enti locali sia ispirato a criteri di trasparenza e rispetto. Questi lobbisti sono stufi di vedersi accomunati a gente che non ha nulla a che vedere con un’ attività professionale complessa e di alto impatto sulla democrazia che fornisce informazioni e proposte a chi deve decidere nel nome dell’ interesse generale. Da tempo invochiamo una legge che regolamenti questa attività, senza istituire alcun ordine professionale. Per il Parlamento europeo e la Commissione di Bruxelles esiste un registro della trasparenza. Perché non lo istituiamo anche in Italia e obblighiamo i lobbisti a iscriversi e a rispettare un rigoroso codice etico, prevedendo sanzioni severe per chi scimmiotta il lobbismo ma è solo un «briccone», come lo definisce Grasso? In questa battaglia per la trasparenza ci farebbe piacere vedere schierati con noi autorevoli giornali come il Corriere e commentatori influenti come Grasso.
Giuseppe Mazzei, Presidente «Il Chiostro per la trasparenza delle lobby»
Gentile Giuseppe Mazzei, non vorrei mai fare parte di una lobby che annoverasse fra i suoi membri uno come me. Negli Usa il lobbismo è una pratica accettata e rispettata, da noi un po’ meno. Si porta ancora dietro un che di negativo, di oscuro (da noi, la «lobia» o loggia, etimologicamente, evoca altri fantasmi) e quindi capita di usare la parola in maniera non neutra. Faremo più attenzione. Una sola precisazione linguistica: è il faccendiere che è un gradino più in basso.
Aldo Grasso