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 2011  maggio 23 Lunedì calendario

CHIUDE LA ’CASA DEL DOLORE’ NASCE LO STADIO SUPER ECOLOGICO

DUNEDIN (Nuova Zelanda) - La Casa del Dolore chiude, e non c’è peggiore notizia per gli appassionati di rugby di tutto il mondo. Perché Carisbrook, ovvero The House of Pain - la Casa del Dolore, appunto -, è uno degli stadi magici di questo sport. Un santuario dove prima la squadra locale, l’Otago, e poi gli All Blacks, hanno celebrato per anni i loro successi infliggendo agli avversari sconfitte così brutali e impietose da imporre il leggendario e minaccioso soprannome. Un fantasma nero, un incubo, un ba-bau per tutti quelli che si trovavano a passare da queste parti. Però fra tre mesi è finita. Addio mischie e placcaggi sotto la pioggia gelata che cade la sera in questa che è la parte più meridionale - e fredda - della Nuova Zelanda. Addio alla banda delle cornamuse che accoglieva i giocatori e anche al mitico ruggito delle "terraces" affollate da studenti e ai canti della Rose Stand, che trasformavano il prato verdissimo in un autentico inferno per i malcapitati ospiti. Carisbrook chiude, con ogni probabilità aprirà un supermercato. Ma contemporaneamente Dunedin festeggia la prossima apertura di un altro tempio ovale, il New Otago Stadium: il primo stadio del mondo da rugby interamente coperto, un capolavoro di ingegneria che verrà testato durante i Mondiali ovali e che il 2 ottobre ospiterà Italia-Irlanda, incontro decisivo per il passaggio ai quarti della manifestazione.

Trentamila spettatori, una gigantesca calotta trasparente di 20.000 metri quadri - supportata da cinque archi alti più di cento metri. Posizionata in modo da ricevere e riproiettare, raddoppiandola, l’intensità della luce solare, anche - e soprattutto - quando piove. Il tetto raggiunge i 47 metri di altezza nel punto più alto, 37 in quello più basso: è stato calcolato che statisticamente un pallone ovale non viene calciato più in alto di 29,4 metri, quindi nessuna preoccupazione di centrare il soffitto. A terra un prato naturale rinforzato da innesti sintetici letteralmente ’iniettati’. E poi aperture agli angoli di gradinate e tribune in modo da permettere una perfetta circolazione dell’aria, uso esasperato di pannelli solari e forme eco-sostenibili di energia: il complesso è stato realizzato con il 97% di materiale riciclato. Il New Otago Stadium (Forsyth Barr è il nome ufficiale) sorge non lontano da Logan Park e dai campi degli Otago Highlanders, dove prima c’era una fabbrica di pesce e curiosamente o forse nemmeno troppo - qui la popolazione è tutta di origine scozzese - accanto ad un fiume che si chiama Leith, come quello di Edimburgo.

L’inaugurazione è prevista per il 7 agosto con il match tra North Otago e West Coast. "Poi altri quattro-cinque incontri, e il primo vero test il 10 settembre con Inghilterra-Argentina", spiega David Davies, chief executive officer del progetto. Che conferma l’interessamento di alcune squadre di calcio scandinave (ed una - molto nota - francese), intenzionate a costruire qualcosa di molto simile a casa loro. Qui l’Italia si giocherà tutto tre settimane più tardi, se non altro forte di un bel precedente: a Dunedin l’Italia vinse il suo primo incontro ai Mondiali ovali. Erano gli azzurri allenati da Marco Bollesan, di Collodo che marcò un drop e una punizione, di Mascioletti, Cucchiella e Marcello Cuttitta che segnarono una meta a testa piegando di misura (18-15) le Isole Figi. Ma era la Dunedin di Carisbrook, che quel terribile soprannome se lo sarebbe guadagnato proprio in quegli anni con le imprese di una squadra che poteva contare su campioni come Josh Kronfeld, Jeff Wilson, Anton Oliver, Taine Randall, Mark Ellis. Ad agosto lo stadio, che ospita anche gli incontri di cricket, chiuderà definitivamente e nel futuro prossimo c’è una residenza per anziani o più ragionevolmente un grande centro commerciali: lo scorso anno la partenza dei lavori del nuovo complesso sportivo e l’inevitabile tramonto dell’House of Pain avevano provocato una mezza rivoluzione in questa città che è il paradiso dei surfisti e dei naturalisti (la Penisola di Otago è affollata di foche, balene, albatros, i rarissimi pinguini dagli occhi gialli) e vive con orgoglio molto britannico la sua antica tradizione ovale. Ma il Forsyth Barr, costato circa 1450 milioni di euro e cioè 250 milioni di dollari neozelandesi (ne dovrebbe rendere 24 all’anno), prevede anche un grande complesso sportivo per gli studenti universitari, che a Dunedin sono ventimila su di una popolazione di centomila persone. Ospiterà anche dei concerti. Il primo è quello di Elton John, il prossimo 25 novembre.