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 2011  luglio 29 Venerdì calendario

CITTA’ D’ARTE, INGRESSO A PAGAMENTO

Il percorso è tracciato, e la stretta ai trasferimenti da parte dello Stato decisa con la manovra di Ferragosto non fa che convincere anche i più riottosi. La tassa di soggiorno, introdotta con il decreto sul Federalismo fiscale, si fa strada tra i comuni italiani, che puntano sul nuovo balzello a carico dei turisti per riequilibrare le casse municipali, anche a rischio di perdere competitività.

Tocca a Venezia

L’ultima città a introdurre la tassa è stata Venezia, con un provvedimento entrato in vigore mercoledì scorso. L’aggravio sui turisti (si applica per i primi cinque giorni di permanenza) va dai 5 euro per gli hotel a cinque stelle in centro storico ai 3 centesimi di un campeggio a una stella in terraferma. La misura è stata introdotta dopo un lungo braccio di ferro con una nutrita schiera di oppositori, guidati dagli albergatori dell’Ava, che hanno proposto il loro ricorso al Tar, imperniato soprattutto sulla loro presunta posizione di sostituti d’imposta.

Restando nel Nordest, la prossima città a introdurre la misura sarà Padova, a partire da giovedì 1° settembre, con una gradualità (in proporzione ai prezzi medi minimi delle strutture ricettive) da 1 a 3 euro per pernottamento, con esenzione per gli under 16, chi va in città per curarsi (e i parenti), i portatori di handicap non autosufficienti (e un accompagnatore), i membri delle forze dell’ordine a Padova per ragioni di servizio. A regime la misura dovrebbe fruttare all’incirca 2 milioni di euro annui per le casse comunali. In questi giorni sono anche in distribuzione dei pieghevoli in italiano e in inglese negli alberghi della città e nei punti di informazioni turistiche. L’imposta è destinata a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, la manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali, i servizi pubblici locali. Anche Padova, comunque, si trova a fare i conti con l’attesa per la pronuncia del Tar regionale dopo il ricorso amministrativo di Ascom, Appe e Adiconsum, che contestano le decisioni del Comune. La fuga in avanti dei due principali centri del Veneto (14,5 milioni di arrivi e oltre 60 milioni di presenze all’anno nella regione) rompe così i tentativi di armonizzazione regionale della disciplina. Nei mesi scorsi, l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi aveva chiesto ai primi cittadini una moratoria nell’applicazione della tassa di soggiorno per tutto il 2011, in attesa di chiarimenti normativi non ancora arrivati.

Clima di attesa a Milano e Torino

La situazione è più nebulosa a Nordovest. La Giunta di Milano a settembre aprirà un tavolo con le associazioni di categoria, con la previsione di un’introduzione dell’imposta a partire dal nuovo anno. La decisione è stata presa a fine luglio e l’orientamento dovrebbe essere di applicarla solo agli alberghi di lusso, quelli a quattro o cinque stelle. Anche a Torino la strada sembra segnata, ma la partenza non è vicina. In primavera, l’allora sindaco Sergio Chiamparino aveva commissionato uno studio sull’impatto potenziale dell’imposta, quantificato in 15 milioni di euro in caso di introduzione della soglia massima di 5 euro, rassicurando comunque sulla volontà di non introdurla durante l’anno dei festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’Italia. Un orientamento confermato dalla nuova amministrazione comunale, che sta lavorando sull’ipotesi di introdurre la misura dal nuovo anno, con i proventi che verrebbero impiegati per migliorare la continuità dell’offerta turistica e culturale lungo tutto l’anno. Ad anticipare il comune capoluogo dovrebbero essere le località sciistiche piemontesi (Sestriere e dintorni), che lavorano all’introduzione della tassa già sul finire di quest’anno. Chi ha già compiuto questo passo è il Comune di Bordighera, che ha messo nero su bianco anche la stima degli introiti (50 mila euro quest’anno, 250 mila dal prossimo), ma è in corso un braccio di ferro con gli albergatori, che nella maggior parte dei casi contestano la liceità della decisione - la tassa può essere applicata discrezionalmente, nella forchetta da 1 a 5 euro - e attendono una risposta dalla regione.

Tensioni in Toscana

Non è stata indolore anche la decisione di Firenze, dove la misura è operativa dal 1° luglio, in attesa di una pronuncia del Tar sui vari ricorsi presentati nelle scorse settimane. Il prezzo oscilla da 1 a 5 euro, in base alle stelle della struttura recettiva, con ostelli e residence che vedono l’applicazione della quota fissa di 2 euro, costo in linea con quello dei campeggi sopra le tre stelle (per quelli di livello inferiore la gabella si attesta a 1 euro). La misura massima applicabile, in ogni caso, è relativa a dieci notti di pernottamento. In attesa di sviluppi la situazione a Pisa (la misura è già attiva nel comune di Montescudaio) e Siena, nonché - passando all’altro lato degli Appennini - a Bologna, dove dalla Giunta garantiscono che l’eventuale introduzione non è all’ordine del giorno.

Singolare la situazione di Rimini, con la Giunta comunale che punta all’introduzione dell’imposta per finanziare l’ammodernamento della rete fognaria. Intanto, la Regione Emilia-Romagna lavora a un’applicazione omogenea della misura per tutti i comuni costieri, con la prospettiva di partire dall’inizio del prossimo anno.

Nel Mezzogiorno si parte con il nuovo anno

Tra i centri turistici del Mezzogiorno l’orientamento prevalente è a introdurre la misura dall’inizio del prossimo anno. Così è stato deciso, ad esempio, a Capri, con gli ospiti delle strutture recettive che pagheranno tra i 2 e i 5 euro a seconda della categoria della stessa per i primi cinque giorni di permanenza. Anche se la proposta di introdurre una «tassa di sbarco» avanzata dall’Ancim (l’associazione che riunisce i comuni delle isole minori) potrebbe cambiare i piani dell’amministrazione comunale, che si è già detta pronta a far spazio alla nuova misura.
Dal 1° gennaio l’imposta sarà in vigore a Sciacca (Agrigento) e Catania (da 0,50 a 1,50 euro), oltre che nei comuni della fascia metapontina (Basilicata). Nei giorni scorsi, infine, è arrivato il via libera - dal nuovo anno - anche dai sindaci dei sei comuni appartenenti alla costiera sorrentina.
Per gli alberghi fino a 3 stelle, campeggi e ostelli, il tributo è quantificato in 1 euro al giorno, 1,50 per gli hotel a 4 stelle e strutture extra-alberghiere e di 2 euro per alberghi a 5 stelle. L’applicazione avverrà nel periodo compreso tra il 1°aprile e il 31 ottobre, non sarà dovuta per soggiorni superiori a sette giorni consecutivi e non sarà applicata agli under 18. Potrebbe subire un’accelerata nelle prossime settimane anche il progetto di Salerno, annunciato nei giorni scorsi dal sindaco della città attraverso il proprio profilo Facebook. Una scelta irrituale, probabilmente motivata dalla volontà di testare il terreno (per ora le reazioni sono state quasi tutte di segno negativo) prima di dare il via libera al provvedimento.
Infine ha bruciato i tempi Otranto: nella località salentina l’aggravio è già in vigore da luglio – con prezzi che oscillano da 1 euro per le strutture senza prezzo a 1,50 euro fino a 3 tre stelle, a 2 euro per quelle superiori - e la previsione di entrate per 500-600mila euro all’anno.