Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 29/7/2011, 29 luglio 2011
IL FATTO DI IERI - 29 LUGLIO 1921
In una mattina del gennaio ’45, si era stesa a terra, incinta di cinque mesi, davanti a un autocarro militare carico di renitenti rastrellati in un quartiere popolare ragusano. Ragazzi, uomini, dai venti ai trent’anni reclutati con la forza su ordine del governo Bonomi per il nuovo esercito da affiancare agli alleati. Lei, Maria Occhipinti, “Una donna di Ragusa”, come si racconterà nel suo splendido libro, era una semplice contadina, d’animo libero, alla testa delle donne che protestavano per la chiamata alle armi dei loro uomini. Una “costruttrice di pace” ante litteram, diventata leader dell’insurrezione popolare dei “Non si parte”, movimento spontaneo antimilitarista nella Sicilia povera dell’“altra Resistenza”. Col suo gesto di disobbedienza civile, pagato col carcere e il confino, diventerà un’eroina, protagonista di una delle tante straordinarie microstorie rimosse o manipolate del nostro inquieto Sud, all’indomani di una guerra perduta. Microstoria di Maria, nata il 29 luglio ’21, moderna ribelle dal cuore anarchico, a capo di una lotta “irregolare” nell’interesse della comunità. Come testimonierà nel suo piccolo capolavoro-cult. A metà tra l’autobiografia e la cronaca di una rivolta non violenta.