Andrea Brega, Il Sole 24 Ore 29/7/2011, 29 luglio 2011
A RISCHIO LA PRODUZIONE ITALIANA DI PIOPPI
«Se continuerà il trend attuale di riduzione di 3.000 ettari all’anno della superficie coltivata a pioppo, gli attuali 80.000 ettari italiani si ridurranno a soli 50.000, creando una situazione drammatica per la filiera e costringendo le aziende italiane a ricorrere sempre più massicciamente alle importazioni. È questo l’aspetto più delicato della filiera». A segnalare l’emergenza dello stato di salute del mercato è Giuseppe Invernizzi, coordinatore Gruppo Compensati di Assopannelli.
Il settore dei pannelli compensati di pioppo in Italia produce circa 450.000 mc, che equivalgono a un fabbisogno di 13.000 ettari di pioppeti l’anno su un totale di 80.000 disponibili per l’intero settore industriale (legno e carta) che ne richiederebbe 140.000.
Non va dimenticato che la superficie attuale a pioppeti corrisponde a circa l’1,2% del totale della copertura arborea nazionale e fornisce circa il 50% dei tronchi necessari alla trasformazione in legname da opera, cifra che equivale a 3 milioni di mc annui rispetto a un fabbisogno di 7 milioni.
Una situazione difficile a cui si sta cercando di porre rimedio prima che sia troppo tardi: «Se si fissasse il target di 20.000 ettari/anno di nuove piantumazioni di pioppo – dice Giuseppe Invernizzi – in poco tempo gli ettari piantati arriverebbero a più di 120.000, anche considerando l’abbattimento di circa 13.000 ha/anno». Si tratterebbe di un quantitativo che riequilibrerebbe la domanda interna, ma soprattutto andrebbe a supportare la crescente domanda del settore energetico riportando un po’ di tranquillità sui mercati delle biomasse legnose.
Quattro, secondo Assopannelli, i temi da portare avanti per incentivare la silvicoltura pioppicola. Innanzitutto la semplificazione delle operazioni amministrative per l’ottenimento di permessi e licenze alle singole imprese forestali; in secondo luogo la disponibilità a defiscalizzare le opere infrastrutturali realizzate nel bosco dalle imprese forestali (strade di primo e secondo accesso); la riconferma da parte del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con le autorità di Bruxelles del periodo di fermo biologico dei pioppeti (con la riduzione da 24 a 12 mesi); in ultimo la definizione di un contributo ambientale orientato al riconoscimento del legno e del pioppeto, quale serbatoio di carbonio (effetto carbon sink).
Pochi punti, ma importanti, che potrebbero rilanciare un settore sempre più sotto pressione, come confermano anche i forti aumenti dell’urea (collante utilizzato per la realizzazione dei pannelli compensati) che nel periodo gennaio-luglio 2011 è passata da 375/380 euro a tonnellata agli attuali 460/480 euro.