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 2011  luglio 29 Venerdì calendario

MA IL CAMBIO PIÙ IMPORTANTE SARÀ PER IL «BOSS»

Ventisei poltrone per ventidue manager: Sergio Marchionne mantiene la tradizione e assegna nel nuovo Gec di Fiat un doppio ruolo a se stesso (Ceo del gruppo e Coo dell’America) ma anche a Olivier François (marchio Fiat e direzione "creativa"), Harald Wester (tecnologia e marchio Alfa), Mike Manley (marchio Jeep e regione Asia).

Le sorprese rispetto ai nomi che in varie forme erano trapelati nelle scorse settimane non sono moltissime. La più rilevante è forse quella di Olivier François, che dopo i successi con Lancia e l’avvio della sua integrazione con Chrysler si vede affidare ora il marchio che vende il maggior numero di veicoli (poco più di 700mila sui quasi 2 milioni nel primo semestre 2011). Lancia/Chrysler viene affidata a Saad Chebab, un manager che viene dalla marca americana.

Se non è una sorpresa (era stato anticipato da «Automotive News Europe»), l’aver affidato a Gianni Coda la regione Europa segna un punto di discontinuità nel rapporto fra il manager italo-canadese e la parte italiana del gruppo; tanto più che Marchionne mantiene invece il ruolo di responsabile della regione nordamericana e di fatto quindi di capo operativo (oltre che Ceo) di Chrysler. Tra una regione europea, dove Fiat auto perde quote di mercato ed è cronicamente in rosso, e una Chrysler che ha prodotto in trenta giorni lo stesso utile di Fiat Auto in tre mesi, è difficile sostenere che sia Auburn Hills ad avere più bisogno di cure. Da settembre in poi toccherà a Coda gestire in prima battuta i dossier più scottanti, a partire da quello del piano Fabbrica Italia. Coda, 64enne piemontese entrato nel gruppo Fiat ai tempi di Ghidella, è forse l’ultimo rappresentante della vecchia guardia pre-Marchionne e dispone di un’esperienza a tutto campo, compreso un periodo alla guida del Brasile.

Il bilanciamento tra le varie "anime" del gruppo è stato curato al massimo: l’equilibrio è quasi perfetto tra uomini Fiat, manager Chrysler e dirigenti che da due anni lavorano di fatto in entrambe le entità. La struttura è complessa dal punto di vista operativo. A far funzionare il tutto dovrebbe provvedere, come in passato, il carisma di Marchionne.

Il Gec definirà le strategie e prenderà le decisioni più importanti, ma attenzione alla nota in piccoli caratteri: «Fiat Spa detiene in Chrysler Group Llc solo (corsivo del giornalista) una partecipazione maggioritaria. Chrysler è amministrata dal suo Consiglio di amministrazione, la maggioranza dei cui componenti non dipende da Fiat». «Le risorse finanziarie di Chrysler non sono disponibili per il supporto delle attività di Fiat Spa. Nella misura in cui una qualsiasi decisione del GEC avesse impatto su Chrysler e ricadesse nell’ambito delle materie soggette al potere decisionale del Consiglio di amministrazione di Chrysler, tale decisione sarebbe soggetta anche alla sua approvazione». Resta un dubbio. Fiat con il suo 53% avrebbe in realtà già ora la possibilità di nominare la maggioranza dei membri del board Chrysler. Quando lo farà?