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 2011  luglio 27 Mercoledì calendario

FULMINI - RUBRICA DI RISERVA IN CASO DI EMERGENZA


TUMORE. «Sei abituato a lottare per tutto. Per uscire dalla gabbia del quartiere, per trovare un lavoro, per conquistare il posto in squadra, per vincere la Champions League. Non fa differenza. L’ho detto subito a mia moglie: “Io non mollo, vado fino in fondo. Non preoccuparti”. Il dottor Fuster mi ha detto: “Ti opero la settimana prossima”. “No”, gli ho risposto, “mi operi domattina. Subito. Non voglio pensarci tutto quel tempo. Toglimi il tumore”» (Eric Abidal, parlando dell’operazione per asportare un tumore al fegato).

PUGNI. «È stato mio padre a trasmettermi la passione per la boxe. Quando ero piccolo l’ho praticato e mi piaceva un sacco. Sono andato avanti con i pugni e il pallone per un po’ di anni, poi ho dovuto prendere una decisione e ho scelto il football» (Wayne Rooney).

PIZZETTE. «Da bambino vivevo nel quartiere della Loggetta di Fuorigrotta, vicino al San Paolo. Scendevo da casa, prendevo una pizzetta al panificio e andavo allo stadio. Al Napoli ho fatto anche il raccattapalle. E qui chiuderò la carriera» (Paolo Cannavaro).

SCUOLA. «Con Pato non esistono mezze misure: o è Ronaldo o non è niente. Lui è giovane, ha grandi colpi ma deve crescere. Deve imparare a andare oltre il suo istinto. Vorrei mandarlo a scuola da Romario, capirebbe che un grande centravanti deve sorprendere i difensori» (l’ex ct brasiliano Carlos Dunga).

GRAMMATICA. «Ho conosciuto mia moglie a Cosenza, sette anni fa: a lei piace ballare la salsa, a me no. L’unico cubano che non balla e gioca a pallanuoto. Mi ha pescato in un uovo di Pasqua. Al terzo appuntamento mi ha regalato una grammatica e io c’ho studiato sopra perché quello era il solo modo di arrivare a lei» (Amauris Perez, difensore di origine cubana del Settebello di pallanuoto).

MIGLIORARE. «Migliorare? Difficile. Rafa ha fatto questo record incredibile delle 81 vittorie di fila sulla terra. Ha giocato molto bene nel 2008 e 2010, e questo è il settimo anno che è 1 o 2 del mondo. E c’è la questione mentale, la freschezza: non è facile giocare sempre molto bene, mantenere concentrazione e motivazione, con tanta pressione e con un livello così vicino con tanti avversari» (Tom Nadal, zio e allenatore di Rafa Nadal).