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 2011  luglio 27 Mercoledì calendario

QUEI MORTI BORBONICI CHE DIVIDONO IL NORD DAL SUD

Ci fu un tempo, fra il 1968 e dintorni, in cui nelle piazze si gridava «Nord, Sud, una sola lotta». Ora, invece, non passa giorno senza che qualche movimento neo-meridionalista o neo-borbonico non se la prenda con i "piemontesi". Dopo le diatribe su quanti soldati "napolitani" morirono nelle carceri sabaude sul finire del 1860, adesso l´obiettivo è il Museo Cesare Lombroso di Torino, che a fine mese sarà oggetto di un corteo di protesta. In una lettera inviata al sindaco Piero Fassino, l´associazione "Noi Meridionali" gli chiede di far sì che venga restituito, per potere darne una "degna sepoltura", ciò che rimane di quei figli del Mezzogiorno i cui crani furono studiati dal medico e criminologo positivista.
Lo storico Silvano Montaldo, direttore dell´istituzione, nega però che al museo siano custoditi i resti di "briganti", o "partigiani" che fossero, del Sud: «A parte i casi di Giuseppe Villella e del brigante noto come Gasparone, che agì nello Stato Pontificio e fu graziato da Vittorio Emanuele II, non abbiamo altri riferimenti. I resti di altre persone, che venivano portati qui per essere studiati, non sono mai stati identificati».
A precedere la querelle, peraltro non nuova, erano state qualche giorno fa le contestazioni, con qualche insulto, a Juri Bossuto, ex consigliere regionale, che si è occupato del forte di Fenestrelle, uno dei luoghi di prigionia dei militari del Regno delle Due Sicilie. Sulla scorta delle sue ricerche, il numero delle vittime, stimato da qualcuno in 40 mila, sarebbe da azzerare. Sostiene: «Ho trovato solo i nomi di quattro deceduti. Non si sa con certezza quanti persero la vita a Fenestrelle, però sembrano essere pochi». Ma per Davide Cristaldi, del "Comitato delle Due Sicilie", la ricerca sarebbe stata fatta «in maniera inadeguata, e su un arco temporale di appena 45 giorni, a fronte di anni e anni di prigionia». Chi non va troppo per il sottile è il giornalista Lorenzo Del Boca, specializzato in invettive contro il Risorgimento. Sul Web definisce "infami piemontesi" Bossuto e chi dà conto delle sue indagini.