Varie, 27 luglio 2011
NITTO PALMA Francesco
NITTO PALMA Francesco Roma 3 marzo 1950. Magistrato. Politico. Dal 28 luglio 2011 ministro della Giustizia. Eletto alla Camera nel 2001, al Senato nel 2006 e 2008 (Forza Italia, Pdl). Già sottosegretario all’Interno del Berlusconi IV (2008-2011) • «[...] Tutti nel Pdl se lo ricordano [...] così: “Ah, sì... l’amico di Previti!”. E in effetti alla battaglia per salvare Previti dalla galera Nitto Palma si dedicò strenuamente in passato, cercando di far approvare un emendamento che avrebbe congelato i processi di tutti i parlamentari fino alla fine del mandato. Un super Lodo Alfano ante litteram. Del resto questo ex pm folgorato da Berlusconi ha sempre coltivato l’hobby di intralciare il lavoro della magistratura inquirente, s’intende solo quando le inchieste andavano a toccare i politici del centrodestra. Nel ’94, primo governo Berlusconi, era Nitto Palma il vice capo di gabinetto di Biondi, il ministro del decreto “salva-ladri”. A via Arenula s’innamora e sposa (poi si separeranno) Elvira Dinacci, la figlia del potente capo degli ispettori che andavano a rivoltare le scrivanie dei pm di Mani Pulite. Anche in passato, da sostituto procuratore, più che per i risultati delle sue inchieste sul terrorismo (condotte insieme a Franco Ionta, anch’egli passato al ministero come direttore delle carceri), Nitto Palma viene ricordato per aver stoppato dei colleghi. Nei primi anni Novanta due giovani e coraggiosi pm di Padova, Dini e Roberti, indagano sull’organizzazione clandestina anti-comunista Gladio. Riempiono migliaia di pagine di istruttoria, che poi verrà loro sottratta e spedita a Roma, nel porto delle nebbie. Il colmo è che Roberti si troverà persino indagato per rivelazione di notizie segrete da due pm della Capitale. Chi erano? Proprio Nitto Palma e Ionta, gli stessi che chiederanno l’archiviazione dell’inchiesta Gladio ritenendo la struttura segreta del tutto “legittima”. Nitto Palma, ormai parlamentare di lungo corso, si prodigò anche per l’approvazione della legge-Cirielli (ribattezzata Salva-Previti). Ma l’ultima battaglia che si ricorda di lui in Senato fu quella del 2007 contro la riduzione dello stipendio degli onorevoli: “È un grave errore - tuonò - andare incontro alla demagogia dell’antipolitica” [...]» (f.bei-l.mi., “la Repubblica” 26/7/2011).