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 2011  luglio 27 Mercoledì calendario

La difesa di Milanese “Tremonti pagava l’affitto” - Potrebbe saltare la sua audizione nella Giunta per le autorizzazioni a procedere, prevista per stamani

La difesa di Milanese “Tremonti pagava l’affitto” - Potrebbe saltare la sua audizione nella Giunta per le autorizzazioni a procedere, prevista per stamani. I pm napoletani che indagano sulla P4 e le fughe di notizie hanno chiesto infatti di sentirlo. Marco Milanese, ex consigliere politico del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, potrebbe decidere di presentarsi all’appuntamento con i pm Woodcock e Curcio. Proprio ieri, Milanese ha depositato la sua memoria difensiva, ottanta pagine. Per dire che «dagli atti emerge un chiaro “fumus persecutionis”». Precisa: «assume la veste della persecuzione», poichè «diseguale è il trattamento riservatomi rispetto alla generalità dei casi». Ipotizza che la «talpa» delle inchieste sia un magistrato, afferma che il pranzo con il procuratore Capaldo è stato «conviviale e non criminale», che lui non è «il deus ex machina» delle nomine. E si sofferma sulla casa delle polemiche, via Campo Marzio 24, sostenendo che il ministro Tremonti gli versava una quota settimanale di mille euro in contanti per l’affitto. In tutto 75.000 euro. Ma nelle carte depositate a Montecitorio, in quel verbale di Milanese che parla del pranzo (molto poco opportuno) a casa dell’avvocato Fischetti tra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il procuratore aggiunto romano Giancarlo Capaldo e il suo (futuro) indagato Marco Milanese - giacché, pochi giorni prima, gliene aveva parlato un suo arrestato - il collaboratore di Tremonti spara ad alzo zero contro il capo di Gabinetto del ministero dell’Economia, Vincenzo Fortunato, adombrando suoi interessi indicibili dietro certe decisioni. Via Campo Marzio 24 Dunque, la casa dei sospetti, della triangolazione possibile tra appalti pubblici, interessi privati e favori è al centro dell’autodifesa del parlamentare del Pdl alla Giunta per le autorizzazioni. «Quella di Proietti (la Edil Ars, ndr) è una impresa di fiducia del Pio Sodalizio dei Piceni, proprietario dell’immobile. Proietti ha rapporti con la Sogei che risalgono al 2001». E arriviamo ai lavori di ristrutturazione dell’appartamento. Milanese sostiene che siano costati appena 50.000 euro, entrando in contrapposizione con quanto dichiarato, per esempio, dal segretario generale del Pio Sodalizio dei Piceni, Alfredo Lorenzoni: «L’immobile necessitava di lavori di ristrutturazione molto consistenti. Concordammo con il Milanese l’esecuzione a suo carico di lavori per una cifra complessiva di 200.000 euro, dal cui ammontare andava mensilmente scomputato il canone di locazione fino al raggiungimento dell’importo». Ecco invece la versione di Milanese: «I lavori di restauro effettivamente eseguiti ammontano a soli 50.000 euro. Il ministro Tremonti ha corrisposto, quale partecipazione all’affitto dell’immobile, a partire dalla seconda metà del 2008, la somma mensile di circa 4000 euro, corrispostami settimanalmente. Detratta la somma versata dal Ministro Tremonti a mia volta ho corrisposto la somma di circa 30.000 euro versata regolarmente con bonifici bancari». L’affaire digitalizzazione Milanese, in questi mesi che hanno preceduto la richiesta di misura cautelare, ha collaborato, nel tentativo di chiarire i dubbi, con la Procura di Napoli. Anzi, in alcuni casi, ha attaccato i suoi nemici, una delle cordate interne della Finanza, innanzitutto. E ha accusato il capo di gabinetto del ministero dell’Economia, Vincenzo Fortunato. «Mi risulta - ha messo a verbale il 17 maggio scorso - che esiste un progetto inerente alla “digitalizzazione” degli archivi di tutte le amministrazioni dello Stato, a cura del Poligrafico dello Stato. In tal modo si dovrebbe eliminare tutto il cartaceo con un risparmio di due miliardi di euro che attualmente si spendono per la locazione dei capannoni per la vigilanza». Ed ecco la chiamata in causa di Fortunato: «A me risulta, per averlo sentito dire, che tutti erano favorevoli a questo progetto e che l’unico che ha posto il veto è l’attuale capo di Gabinetto del ministero dell’Economia, e ciò dal momento che attualmente i capannoni dove risultano custoditi i documenti cartacei sono di proprietà di una società facente capo a tale Bronzetti, imprenditore che è molto vicino al suddetto Fortunato». La bella vita Nella sua memoria difensiva depositata alla Camera, Marco Milanese presenta le sue dichiarazioni dei redditi degli anni al centro delle attenzioni, ed effettivamente sono compatibili con il tenore di vita del parlamentare, con i suoi acquisiti che hanno creato più di un dubbio. Se l’è presa anche con i giornali e le televisioni. In particolare, «la stampa vicina a Marra (Pippo Marra, presidente della Adn-Kronos, ndr) e di Adinolfi (il generale capo di Stato maggiore della Gdf, ndr) ha manifestato una maggiore acredine nei miei confronti e questo per indebolire quanto detto a Woodcock circa i fatti della P4 e i gravi conflitti interni alla Guardia di finanza».