Il Post 26/7/2011, 26 luglio 2011
La strage in Norvegia diventa occasione di riflessione sul sistema di sicurezza del paese. I poliziotti che hanno provato a fermare il massacro poco hanno potuto (e spesso ci hanno rimesso la vita) contro un uomo solo armato fino ai denti
La strage in Norvegia diventa occasione di riflessione sul sistema di sicurezza del paese. I poliziotti che hanno provato a fermare il massacro poco hanno potuto (e spesso ci hanno rimesso la vita) contro un uomo solo armato fino ai denti. Questo perché la larga maggioranza dei poliziotti norvegesi non ha un’arma di ordinanza. Non l’ha mai avuta tranne rari casi e previa un’autorizzazione ad hoc. Del resto i casi di omicidio nel paese sono rarissimi: 29 assassinii nel 2009 per una popolazione di quasi 5 milioni. Sicuri a casa propria, i norvegesi sono stati colti impreparati dalla variabile impazzita del folle attentatore. La risposta è stata la militarizzazione dei palazzi del potere a Oslo, ma c’è chi dice, che lo spiegamento di forze in un paese estraneo a misure simili possa addirittura alimentare l’istinto omicida di probabili attentatori.