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 2011  luglio 19 Martedì calendario

DEAREST

Il 15 luglio 1933 l’italianista ebrea americana Irma Brandeis, 28 anni, alta, snella, capelli a caschetto e occhi azzurri, si reca a Firenze, al Gabinetto Vieusseux, per conoscerne il direttore Eugenio Montale, 37 anni: è rimasta folgorata da Ossi di seppia. Lo troverà il giorno dopo. Così descrive in una lettera l’incontro: «Siamo diventati amici! Abbiamo parlato di Ezra Pound, di T. S. Eliot, dell’Inghilterra, dell’America e dell’Italia». Negli incontri successivi le appare «vestito con buon gusto», molto gentile, «davvero semplice, alquanto brutto e spesso, persino, piatto». Mai una conversazione da cui salvare «dieci parole degne di essere ricordate», «il grande poeta non sa parlare. Mi dice, umilmente, delle cose stupide. E mi piace adesso, non perché somiglia tanto alla sua opera, ma perché non ci somiglia affatto!». I due si incontreranno, raramente soli, al caffè, all’osteria, al parco, lungo il fiume. La Brandeis diventa Clizia, cui Montale scrive molte lettere, ispiratrice di tante sue poesie. All’inizio di agosto, Montale è a Parigi e poi a Londra, e già scrive alla «My dearest Irma», alternando l’italiano all’inglese. Poi è Irma a partire e il poeta promette più volte di raggiungerla a New York. Ma non può perché è legato da tempo a Drusilla Tanzi, detta la Mosca (il «Caro piccolo insetto» di una poesia), che tenta due volte il suicidio per non farlo andar via. Nel dicembre 1939 le lettere d’amore con Irma si interrompono: «Io ti voglio bene più dei miei occhi e non so perché insisto a restar vivo». Montale andrà a vivere con la Tanzi e la sposerà nell’aprile 1962, un anno prima della morte di lei. L’ultimo bigliettino del poeta per la Brandeis è del giugno 1981 (morirà tre mesi dopo): la chiama ancora «my divinity».