L. Se., Il Sole 24 Ore 26/7/2011, 26 luglio 2011
VITTORIO CECCHI GORI AGLI ARRESTI DOMICILIARI
L’imprenditore cinematografico Vittorio Cecchi Gori è agli arresti domiciliari. Per la terza volta nella sua vita è oggetto di un provvedimento di custodia cautelare e l’imputazione è sostanzialmente la stessa dei casi precedenti: bancarotta fraudolenta.
Il provvedimento, disposto dal tribunale di Roma, è stato eseguito ieri dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta riguardante il fallimento della Finmavi spa e di altre società del gruppo Cecchi Gori. Soltanto tre anni fa un procedimento analogo era stato eseguito a carico dell’imprenditore per il fallimento della Safin cinematografica, controllata da Finmavi, un crack da 24 milioni di euro. Mentre il precedente del 2002 è da collegare al fallimento della Fiorentina.
Nel corso delle indagini sulla Finmavi è emerso che Cecchi Gori avrebbe distratto beni del patrimonio sociale della società, provocando un passivo fallimentare pari a circa 600 milioni di euro, attraverso strumentali operazioni di finanziamento a favore di altre società a lui riconducibili, tra cui due società statunitensi: la Cecchi Gori Pictures e la Cecchi Gori Usa. Solo qualche mese fa, a marzo, queste due società avevano vinto una causa legale intentata negli Stati Uniti nei confronti della Hollywood Gang Production del produttore italo-americano Gianni Nunnari. Il Giudice della California aveva ordinato alla società di Nunnari di pagare alle due società americane di Cecchi Gori la somma di circa 14 milioni di dollari. Su questa somma il tribunale di Roma aveva però disposto prontamente un provvedimento di sequestro, con l’obiettivo di metterla a disposizione della procedura fallimentare per la soddisfazione dei creditori della Finmavi. Ma i 14 milioni non sono mai arrivati nella disponibilità della custodia giudiziaria: dalle indagini sarebbe emerso invece che Cecchi Gori ha tentato, anche attraverso propri emissari negli Stati Uniti, di entrare in possesso di quel denaro. Per gli investigatori sulle tracce di quei soldi il comportamento dell’imprenditore si è configurato come una reiterazione delle condotte distrattive già poste in essere. Di qui probabilmente la decisione di emettere un nuovo provvedimento di custodia cautelare. Il fallimento della Finmavi era stato decretato dal tribunale di Roma nell’ottobre 2006. Un mese dopo Cecchi Gori venne condannato a tre anni per il fallimento della Fiorentina, che l’imprenditore non scontò perché la pena fu condonata per l’indulto. Ieri le nuove contestazioni su Finmavi: come fosse un film, la storia sembra ripetersi.