Guido Olimpio, Corriere della Sera 26/07/2011, 26 luglio 2011
L’UE LANCIA LA TASK FORCE ANTIXENOFOBI
Il massacro compiuto da Anders Behring Breivik ha fatto scoprire un nuovo nemico. Sottovalutato e, a volte, ignorato. Ora si reagisce. Il venerdì nero di Oslo è considerato una forma di terrorismo xenofobo e non l’iniziativa di un pazzo. Per questo gli investigatori si sono messi subito al lavoro. Vogliono capire se Breivik— come ha lui stesso rivendicato — ha dei complici in Europa. Non è escluso che il «lupo solitario» abbia creato, nel corso degli anni, il suo branco. Stanno in guardia gli americani, ma i primi a muoversi sono i britannici. Il premier Cameron ha presieduto una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza nazionale. Ai responsabili dei servizi ha chiesto quali siano «le lezioni che bisogna trarre» da quanto è accaduto. Formula che rivela una profonda inquietudine sull’attività di gruppuscoli estremisti. È proprio su questi che si è concentrata l’attenzione di Scotland Yard e degli 007. Non si esclude, infatti, che il norvegese abbia avuto contatti con quelli che lui definisce i «patrioti» . Breivik ha visitato diverse volte l’Inghilterra e probabilmente sono emerse tracce che portano ad ambienti neonazisti. È possibile che abbia reclutato qualche «templare» . Scavano anche i tedeschi del Bka— tra i bersagli indicati nel famoso manifesto c’è anche il capo del governo Angela Merkel — e i loro colleghi della Repubblica Ceca. Si è scoperto che il killer ha compiuto almeno un viaggio a Praga per acquistare, negli ambienti della malavita, un fucile d’assalto kalashnikov e dell’esplosivo. Ma i trafficanti lo hanno respinto: pensavano che fosse un informatore della polizia. L’omicida è invece riuscito a comprare delle sostanze chimiche in Polonia. Prodotti che ha poi aggiunto al fertilizzante per costruire l’autobomba. Ieri si era diffusa la voce dell’arresto di un complice da parte dei polacchi, ma è stata smentita. Le autorità hanno precisato che la transazione è avvenuta nella perfetta legalità. Breivik, in quanto titolare di un’azienda agricola, era autorizzato a farlo. La moltiplicazione delle segnalazioni e il carattere transnazionale delle indagini richiedono una reazione corale. Europol ha annunciato che creerà una task force per fronteggiare la minaccia dell’estremismo xenofobo. Esperti, analisti e agenti devono recuperare il tempo perduto. I vertici di Europol hanno ammesso: siamo stati colti di sorpresa. In questi anni si è data la precedenza al pericolo qaedista e questo ha permesso ai neonazi (e affini) di muoversi indisturbati. Insieme ai poliziotti si agitano i politici. Il premier spagnolo José Luis Zapatero, in visita ufficiale a Londra, ha invocato una «risposta coordinata» per contrastare la xenofobia. E da Bruxelles, il commissario per gli Affari interni, Cecilia Malmström, ha colto l’occasione per denunciare la timidezza di alcuni governanti europei nel condannare comportamenti inaccettabili. La Polonia, che assumerà la presidenza di turno dell’Unione, ha convocato una riunione di lavoro con Ue-Norvegia. Dall’Europa agli Usa. Breivik— che ha visitato spesso alcuni siti anti-jihadisti americani— potrebbe aver trovato sponde anche sul territorio americano. I paladini della supremazia bianca sono bene organizzati e temuti. Uno dei testi guida di questa realtà sono i Diari di Turner, un romanzo dove si racconta della lotta contro lo stato federale a colpi di autobomba. Costruite, ovviamente, con i fertilizzanti. Nel 2009 il Dipartimento della sicurezza aveva redatto un rapporto allarmante sugli estremisti «bianchi» . Poi lo ha ritirato in seguito alle dure proteste di parte del Congresso. Come in Europa, pochi gli analisti impegnati nell’analisi del fronte razzista, anche se l’Fbi ha comunque neutralizzato alcuni nuclei pesantemente armati.
Guido Olimpio