Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 26/7/2011, 26 luglio 2011
LUISS, UN TESORETTO DA 60 MILIONI
Un scrigno che inizia a far gola a molti pezzi da novanta di viale dell’Astronomia. E si capisce. Perché in quel forziere, gelosamente custodito dalla Luiss, ormai ci sono quasi 60 milioni di euro. Nella cifra rientrano titoli, bond, azioni e liquidi che stanno facendo sempre più ricche le casse dell’ateneo di Confindustria.
Per questo il «tesoretto» sta scatenando gli appetiti, soprattutto in vista della successione a Emma Marcegaglia sulla poltrona di numero uno degli industriali. E di conseguenza, se dovesse mantenersi la prassi, in vista dell’avvicendamento sulla poltrona di presidente della Luiss stessa.
L’ultimo acquisto in ordine di tempo, quasi a voler dare un «sostegno» al debito italiano in un periodo di crisi, risale a qualche mese fa. L’università di Confindustria, attraverso una società controllata, la Pola srl, ha acquistato 750 mila euro di titoli di stato. Per la precisione 510 mila euro di Btp e 240 mila di Cct. In effetti soltanto una goccia nel mare, perché i titoli che l’ateneo possiede direttamente, tra azioni e obbligazioni, ammontano a 50 milioni e 345 mila euro. A cui vanno aggiunti 3 milioni e 478 mila euro di liquidi. Ma non finisce qui, perché se si va a spulciare tra i conti correnti e i depositi della stessa Pola srl, vengono fuori altre disponibilità liquide per 3 milioni e 360 mila euro. Insomma, se si fa una somma di tutto questo bendidio si arriva appunto a sfiorare quota 60 milioni di euro.
Non c’è che dire, la gestione (se non altro finanziaria) di Pier Luigi Celli, da diversi anni direttore generale dell’università degli industriali, sembra aver prodotto i suoi frutti. Ma forse, ed è questa la storia che si racconta in alcuni corridoi di viale dell’Astronomia, sembra aver provocato anche qualche dissidio di troppo. Già, perché mettere il cappello su questi 60 milioni di euro è l’ambizione di molti big confindustriali. Si pensi, tanto per averne un riscontro, al braccio di ferro andato in scena l’anno scorso tra la Marcegaglia e l’allora presidente della Luiss, nonché past president degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo.
Ora, è vero che per prassi il numero uno di viale dell’Astronomia siede anche sulla poltrona di vertice dell’università, ma in molti si erano spesi in una faticosa opera di mediazione per lasciare Montezemolo a capo dell’ateneo. Uno di questi mediatori è stato Luigi Abete, che non solo è un altro past president, ma siede tuttora nel consiglio di amministrazione della Luiss e presiede una società controllata dallo stesso ateneo, la L.com.
Poi basta dare un’occhiata a quali sono gli altri consiglieri di amministrazione dell’università per rendersi conto della posta in gioco. Tra gli altri ci sono Gianfelice Rocca, Giorgio Fossa, Francesco Gaetano Caltagirone, Anna Maria Artoni. Sullo sfondo non c’è soltanto il tesoro dei 60 milioni, così come emerge dall’ultimo bilancio disponibile della Luiss (quello chiuso al 31 dicembre del 2009, riportato per estratto nel bilancio 2010 della Pola srl). Ma ci sono anche le performance in ascesa dell’ateneo: un valore della produzione che è salito (sempre a fine 2009) da 69,7 a 74,4 milioni di euro e un risultato di esercizio passato da 827 mila euro a 2,5 milioni.