Miska Ruggeri, Libero 24/7/2011, 24 luglio 2011
E I MARZIANI PIOMBARONO SUI FASCISTI
Secondo alcune teorie, meno strampalate di quanto potrebbe sembrare a prima vista, entità extraterresti avrebbero visitato il nostro pianeta da svariati millenni. E basterebbe leggere tra le righe, senza pregiudizi, i testi alla base dell’archeologia spaziale e della clipeologia alla von Däniken o alla Kolosimo, dai frammenti di Berosso al De prodigiis di Giulio Ossequente, dai Veda al Popol Vuh, per rendersene conto. Tuttavia la nascita ufficiale dell’ufologia, con la relativa sigla Ufo (Unidentified Flying objects) coniata dall’aeronautica militare Usa, viene fatta risalire all’avvistamento (24 giugno 1947) dei primi “dischi volanti” sul monte Rainier (Stato di Washington) da parte di Kenneth Arnold. Da allora segnalazioni, incontri ravvicinati, rapimenti ecc. si sarebbero moltiplicati a dismisura. Una vera invasione dell’immaginario collettivo, spesso, ma non sempre, aiutata da cialtroni e truffatori.
Primato a rischio
Il primato yankee, però, già da qualche decennio è stato messo in discussione. Prima da una vasta e talvolta seria storiografia sulle misteriose armi segrete naziste (la serie delle V, Vergeltungswaffen) costruite sul Baltico dal 1942 al 1945 dagli ingegneri del Terzo Reich almeno come prototipi e dalle panzane messe in giro da nostalgici settori neo-nazi (l’alleanza di un figlio naturale del Führer con la Repubblica di Venere; contatti diretti tra Hitler e extraterresti provenienti da Aldebaran; il disco volante schiantatosi nel 1937 in un campo di proprietà dei genitori di Eva Braun; Ufo con la svastica; il Sonderbüro n. 13; basi segrete al Polo Sud o all’interno della “Terra cava”, in attesa di un Quarto Reich ecc. ecc.).
Quindi, più di recente, dalla divulgazione, perlopiù su riviste di settore, di alcuni documenti di fonte anonima attestanti oggetti volanti non identificati, allora chiamati «velivoli non convenzionali» (Vnc), sopra il territorio italiano negli anni Trenta. Così numerosi che Mussolini incaricò una speciale task force per studiarli. Insomma, saremmo davanti a veri e propri x-files fascisti, con tanto di Majestic 12 in camicia nera e addirittura una sorta di Area 51 ante litteram.
Ora una sintesi, per la verità prolissa, ripetitiva e fumosa, dell’intera vicenda viene ricostruita come inchiesta in progress dall’ufologo Roberto Pinotti, fondatore nel 1967 del Centro ufologico nazionale (Cun), e dal giornalista Alfredo Lissoni nel volume Luci nel cielo. Italia e UFO: le prove che il Duce sapeva (Mondadori, pp. 316, euro 9,50).
Il materiale, ovviamente considerato autentico dagli autori, forti anche di una perizia tecnica, parla di una aeronave avvistata sopra Venezia e Mestre nell’agosto 1936, di un disco metallico, del tentativo fallito di intercettazione, di foto riservate per il Duce e della sua preoccupazione, dell’ordine di attribuire il tutto a un fenomeno ottico.
Altre comunicazioni, tra cui tre dispacci della sezione milanese dell’Agenzia Stefani, fanno riferimento a un fantomatico Gabinetto RS/33 (Ricerche Speciali; mentre il 33 potrebbe stare a significare l’anno di avvio delle attività o il numero dei componenti) costituito presso La Sapienza di Roma con il compito di indagare sugli ignoti velivoli ritenuti nemici (francesi e/o inglesi) in stretto contatto con l’Ovra e di riferire alle più alte gerarchie del regime (da Balbo a Ciano), dopo che uno di questi strani apparecchi era atterrato, o precipitato, sul suolo lombardo, tra Magenta e Ponte Nuovo, il 13 giugno 1933 (evento ovviamente subito occultato per ordine diretto del Duce), venendo recuperato e nascosto negli stabilimenti Siai Marchetti di Vergiate.
Tra gli altri, ne avrebbero fatto parte, su suggerimento di Giovanni Gentile, Guglielmo Marconi (morto nel 1937 mentre secondo alcuni si occupava del «raggio della morte», tipico esempio di retro ingegneria aliena), che però non partecipò mai alle sedute, pur credendo negli extraterrestri e nella possibilità di comunicare con loro; il biologo e chirurgo Filippo Bottazzi (per un’autopsia degli alieni in stile Roswell?, azzarda Lissoni), patito di esoterismo; l’ingegnere aeronautico Gaetano Arturo Crocco, inventore geniale e cultore della “superaviazione” con il superamento della barriera del suono; il botanico Romualdo Pirrotta; il matematico Francesco Severi; l’accademico dei Lincei Giancarlo Vallauri; il senatore Luigi Cozza, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.
Inoltre, negli archivi del Cun esistono testimonianze di possibili avvistamenti relativi agli anni Trenta. Il tutto suggellato da una sibillina frase del Duce, pronunciata al teatro Adriano il 23 febbraio 1941: «È più verosimile che gli Stati Uniti siano invasi, prima che dai soldati dell’Asse, dagli abitanti non molto conosciuti, ma pare assai bellicosi, del pianeta Marte, che scenderanno dagli spazi siderali su inimmaginabili fortezze volanti».
Senza pregiudizi
Ebbene, chi scrive, si sarà forse intuito, è tutt’altro che scettico per partito preso, anzi da bambino fuori di testa per Goldrake è tuttora convinto di aver osservato davvero di persona, nell’estate del 1978, un Ufo solcare il cielo delle Eolie, ma parecchie delle testimonianze riportate nel libro fanno acqua da tutte le parti.
In molti casi sono di seconda o terza mano (tipo: «Il bisnonno, quando ero piccolo, mi raccontò»), oppure rilasciate a distanza di decenni da gente anziana che ricorda episodi dell’infanzia. Senza contare contraddizioni o banali imprecisioni.
In più il mittente delle carte più interessanti è anonimo, probabilmente di Forlì e a suo dire un parente di uno dei componenti del Gabinetto, ribattezzato Mister X (no, tranquilli, non è l’esterno di sinistra tanto desiderato dal Milan...). Perché non si espone pubblicamente, mettendoci la faccia? Troppo comodo così. E troppo accondiscendenti gli autori, pur attenti a non avallare le leggende più inverosimili. Sostenere che alla fine il tentennante Mussolini entrò in guerra al fianco della Germania perché Hitler gli aveva fatto credere che gli Ufo erano suoi aerei, ovviamente segreti e potentissimi, fa solo ridere. Non c’era certo bisogno di astronavi spaziali per sperare in una guerra lampo...
E che dire dell’Appendice 2? Non bastavano Ufo fascisti e nazisti, ecco spuntare anche Stalin e l’Urss: «Poco dopo i sovietici iniziarono a costruire dischi volanti terrestri: la “salsiera” Miska messa a punto a Galonska, il prototipo Rossija, l’Ekip costruito a Ul’janovsk...». Così ora, quando mi cerco su Google, mi spunterà anche una “salsiera”...
Miska Ruggeri