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 2011  luglio 24 Domenica calendario

RISCHIO RICICLAGGIO, L’ITALIA «TAGLI» LE MAXI BANCONOTE

In giro se ne vedono pochissime, eppure valgono il 19% del prodotto interno lordo italiano: 288 miliardi di euro. Sono le banconote da 500 euro - il taglio più alto della moneta unica - in circolazione a marzo di quest’ anno (non solo in Italia, naturalmente). Di colore violetto, tantissime eppure «invisibili», ricordano l’ araba Fenice: «che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa». Quel numero, 288 miliardi, si trova in un rapporto riservato e fresco di stampa dell’ Unità di informazione finanziaria della Banca d’ Italia. La Uif, struttura antiriciclaggio di Via Nazionale, già dalla prima pagina affronta la questione senza peli sulla lingua: nel titolo si parla di «banconote di taglio elevato come potenziale strumento di riciclaggio». Nel testo, poi, si fa riferimento all’ «economia sommersa e criminale». E alla lotta all’ evasione.
Timori leciti, e soprattutto timori condivisi. Negli Stati Uniti, per esempio, già dal lontano 1946 non vengono più stampate banconote sopra i 100 dollari (70 euro), ritirate poi «tout court» dal mercato nel 1969, come decise l’ allora presidente Richard Nixon. In Giappone, poi, il taglio dell’ «ammiraglia» di carta si ferma 10 mila yen (89 euro). In Gran Bretagna, addirittura, non si va oltre le 50 sterline (57 euro) e giusto un anno fa è stato proibito a banche e cambiavalute di rivendere al pubblico le banconote da 500 euro. Il motivo? Uno studio dell’ agenzia inglese contro il crimine organizzato ha stimato che il 90% delle banconote da 500 euro circolanti nel Regno Unito sia gestito dalla criminalità organizzata, o legato all’ evasione fiscale e al finanziamento del terrorismo. C’ è solo una moneta, tra le grandi valute occidentali, a superare il mega taglio da 500 euro: quella svizzera, con la sua ammiraglia, anche lei di color violetto, da mille franchi (851 euro).
Con una concorrenza a ranghi ridotti, il valore dei tagli da 500 euro sul totale delle banconote della moneta unica ha raggiunto ormai quota 35%: una percentuale record, intorno a cui viaggia da quasi tre anni, da quell’ autunno del 2008 quando il fallimento di Lehman Brothers spostò l’ attenzione di molti sulla sicurezza del contante. In quei mesi partì un’ impennata della domanda (soprattutto estera) di banconote da 500 euro che non sembra essersi ancora riassorbita.
Ma la domanda è solo la metà del mercato. A stabilire quali e quante banconote circolano c’ è naturalmente anche l’ offerta. «A partire dal 2008», si legge nello studio di Bankitalia, che aggiorna una precedente analisi del 2009, «l’ aumento di circolante in Italia è stato finanziato principalmente con banconote da 50 euro anziché da 500, come era sempre avvenuto negli anni precedenti e come ha continuato a verificarsi nel resto dell’ Eurosistema». Nel nostro Paese «il valore delle banconote da 500 euro in circolazione si è ridotto di oltre 5 miliardi» e c’ è stata «una significativa contrazione nell’ emissione netta (quota cumulata, ndr )». E «un forte ridimensionamento della domanda». Registrato soprattutto nelle province e dalle filiali della Banca d’ Italia a due passi da Svizzera e San Marino: tra 2009 e 2010 le banconote da 500 prelevate ogni mille abitanti nella filiale di Como-Lecco sono scese da 2.600 a 650 (restando comunque in testa alla classifica geografica) e in quella di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna sono passate da 125 a 88. In queste due piazze si è concentrata negli ultimi anni l’ attenzione di organi investigativi e autorità di vigilanza, allarmati dai volumi consistenti di maxi banconote movimentati a due passi dal confine. Un esempio? Le inchieste «Re nero» e «Varano» della procura di Forlì.
Ma la spia rossa non si è spenta: come riconosce la stessa Bankitalia, la domanda italiana di tagli da 500 può essersi semplicemente spostata verso altri lidi, fuori dal nostro Paese. Importando dall’ estero invece che comprando in casa propria. Dopotutto, una valigetta ventiquattrore può contenere 12 mila biglietti da 500 euro, per un totale di 6 milioni. E una cassetta di sicurezza di medie dimensioni può arrivare a 10 milioni. «Miracoli» dei piccoli volumi e dei grandi tagli.
Mario Gerevini
Giovanni Stringa