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 2011  luglio 24 Domenica calendario

NUOVE MALATTIE IN CERCA D’AUTORE

Su Cell il ricercatore newyorchese Mayumi Ito riferisce di aver decifrato, grazie alla manipolazione genetica dei topi, il meccanismo che fa imbiancare i capelli con l’età. Sono coinvolti due generi diversi di cellule staminali — quelle del bulbo e quelle del pigmento (melanociti)— e una proteina chiamata Wnt che le fa dialogare: quando la conversazione si affievolisce, i peli cominciano a crescere scoloriti. Le scoperte della biologia molecolare fanno sempre sognare. È lo stesso autore della ricerca a dire che, manipolando geneticamente la proteina, si potrebbero evitare i capelli grigi o bianchi; e, almeno nei topi, ci sarebbe già riuscito. Ma fermarsi a questo è davvero troppo poco. Prima che sia disponibile un farmaco sul mercato, potranno accadere altre cose. Prima di tutto la condizione verrà riformulata come una malattia: macché canizie! Il nuovo nome potrebbe essere, ad esempio, tricodeficienza pigmentale. In un primo tempo sarà definita come patologica solo la sua comparsa precoce, diciamo prima dei 20 anni, ma ogni tanto la definizione verrà rivista da un panel di esperti internazionali, che sposteranno la soglia della precocità, sino a portarla a 30, 40, 50 anni. Intanto altri chiariranno meglio la reale diffusione del malanno, e la sua gravità sinora sottovalutata: perdita dell’autostima e dell’immagine corporea, gravi ripercussioni psicologiche sino alla depressione, e così via. Intanto si sarà costituita una società scientifica per lo studio del deficit pigmentale, grazie alla quale verranno prodotte linee guida per la diagnosi e per la terapia, che saranno poi diffuse attraverso newsletter, congressi, giornali scientifici. Soprattutto i medici di famiglia dovranno essere edotti della nuova calamità. Infine, nell’imminenza della messa sul mercato del nuovo, costoso, prodotto biotecnologico per la cura della tricodeficienza, ecco comparire una combattiva associazione di pazienti, tutti con una chioma candida, che rivendicheranno i diritti dei «malati» come loro, cioè il rimborso del nuovo prodotto da parte del sistema sanitario. La fantasia è durata sin troppo, ma a pensarci bene in molti casi recenti, dall’insufficienza erettile all’intestino irritabile, le cose sono andate proprio così.