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 2011  luglio 22 Venerdì calendario

La ministra inadeguata innamorata di De Magistris - Da qualche tempo, il ministro Stefania Prestigiacomo riserva continue sorprese

La ministra inadeguata innamorata di De Magistris - Da qualche tempo, il ministro Stefania Prestigiacomo riserva continue sorprese. Due giorni fa si è inimicata la maggioranza, schierandosi con l’opposizione sul decreto rifiuti. Tecnicamente, il ministro dell’Ambiente ha accol­to una mozione dell’Idv, il partito del sindaco de Magistris, che vole­va a favorirlo con ingenti fondi, contrariando Pdl e Lega per nulla d’accordo. Per cui si è assistito a un inedito: la maggioranza che sbugiarda il suo ministro e vota contro il governo. Al voto, la mini­stra - captando l’ostilità dei suoi ­ha cercato di rimediare, astenen­dosi. Ma la mozione è passata lo stesso e il centrodestra ha puntato sguardi idrofobi sulla bella siracu­sana dai lunghi capelli. Nel caso specifico, l’atteggia­mento si spiega con semplicità. La signora Prestigiacomo ha volu­to compiacere Gigino de Magi­stris, notorio essendo il suo debo­le (politico, per l’amordiddio) per l’aitante guascone che guida Na­poli. Ma come- direte voi- , se quel­lo è intruppato a sinistra che debo­le politico può avere la ministra senza rinnegare se stessa? Eppu­re, è così. Stefania scioglie inni a Gigino a ogni piè sospinto. Dice che è «il nuovo che avanza», che è «coraggioso» e lo trova «affasci­nante politicamente, e non solo». A chi le ricorda che De Magistris ha massacrato il Pdl, replica soa­ve: «Mi sta bene anche così, per­ché Gigino fa sognare i napoleta­ni ». Né la distoglie dall’infatuazio­ne, il fatto che De Magistris favo­leggi di sbarazzarsi della rumenta senza termovalorizzatore. Un vel­leitarismo che, come titolare dell’ Ambiente, dovrebbe mandarla in bestia. Cosa che, in effetti, accade quando nella sua Sicilia, Raffaele Lombardo, il presidente della Re­gione, sostiene le stesse astruse­rie di Gigino. Col conterraneo è in polemica feroce, con l’altro più dolce di un bigné. Potenza del fa­scino «non solo politico» del bru­no partenopeo. Spiraglietto sui gu­sti di Steffi: trova che abbia una «faccetta simpatica» Pecoraro Scanio (lo ha perfino lodato come suo predecessore all’Ambiente) e che sia «un bell’uomo» Marco Riz­zo, ex pugile comunista e testa alla Kojack. Fate voi. Riprendo. Il mistero Steffi è che, anche senza de Magistris di mez­zo, fa spesso lo sgambetto ai suoi. Un caso analogo all’altro ieri, ci fu alla vigilia di Natale 2010. Si discu­teva un provvedimento sull’im­prenditorialità. Presty a nome del governo - in realtà per paturnie sue - chiese di rinviare la legge in commissione per approfondire un codicillo relativo ai soliti rifiu­ti. La maggioranza, che aveva fret­ta, le rispose picche e bocciò il rin­vio. Stefania pianse - piange sem­pre quando è indispettita e il quan­do è in aumento­ e dichiarò che la­sciava il Pdl per il gruppo Misto, mantenendo però la cadrega di ministro. La cosa si risolse ad ho­ras con la regia di Letta. Il Cav- che in altri tempi si sarebbe precipita­to a rabbonire Stefaniuccia sua ­non mosse un dito, anzi fece sape­re di essersi irritato. Qui sta il problema. Presty non si sente più amata dal Berlusca. Al­la sua quinta legislatura- è entrata alla Camera ventottenne (’94)- ha perso il monopolio femminile dei primi anni. Quando conobbe il Cav a Siracusa, che poi la portò ad Arcore con altri giovani di Forza Italia, fu circondata dalle sue pre­mure: «Come sei bella, come sei al­ta » e cose così. Ne era la pupilla an­cora negli anni 2001- 2006 quando la fece ministro - appena tren­taquattrenne- delle Pari opportu­nità. Oggi, la ribalta è delle Carfa­gna, Gelmini, Meloni. Di qui, l’in­quietudine, il volersi mostrare a costo di andare contro. A ogni Con­siglio dei ministri c’è l’attesa di scintille a causa di Stefania: un bat­tibecco, un pianto dirotto, ecc. Epi­ci gli scontri con Giulio Tremonti, notoria faccia da sberle. Ci fu una lite sui fondi per parchi naturali. All’insistente richiesta del buri­gozzo, Giulio replicò: «Stefania, hai un modo così siciliano di ragio­nare… ». L’altra si inviperì e pian­se. Poi lasciò la sala sibilando: «Me ne vado, sennò alzo le mani». Per vincere il senso di abbando­no, Presty ha fondato un club - di rigore l’abito scuro - con Frattini, Gelmini e Carfagna. Liberamente , così si chiama, ha il fine statutario del mutuo spalleggiamento tra quaranta-cinquantenni contro matusa e rampanti. Ma non è ba­stato ad acquietarla. Mesi fa stava per passare dal Pdl a Forza del Sud, il neo partito siciliano del ri­belle Micciché. Pur schierato nel centrodestra, Gianfranco è in rot­ta col Pdl isolano e i suoi capi, Schi­fani e Alfano. Beh, che ti architetta l’insoddisfatta Steffi? Si porta Libe­ramente al completo- Franco, Ma­ra, ecc. - a una convention di Mic­cichè in Sicilia. Un pezzo del Pdl nazionale in trasferta dal transfu­ga! Apriti cielo. Schifani e Alfano sono corsi dal capo a Palazzo Gra­zioli ingiungendogli di spiegare con durezza a Stefania l’inoppor­tunità dell’iniziativa. Per riassu­mere: la ministra è diventata que­rula e c’è da presumere che finché resta la frustrazione molto possa accadere. Dopo la gaffe dell’altro ieri, uno ha commentato: «Non c’è più Bisi­gnani a consigliarla». Ossia Luigi, il gran ciambellano della Repub­blica, capo della fantomatica P4. Con lui, Steffi si confidava. In una telefonata sfoga l’amarezza che ci è ormai nota. Tra i ministri - rac­conta - «io sono considerata di contorno…Ma o sono in condizio­n­e di avere la mia quota di visibili­tà… O che ci sto a fare?». Poi, dopo una pausa, «Berlusconi deve esse­re intelligente e purtroppo non lo è». Un ribaltamento totale. Un tempo, il Cav era il suo dio. Si sdi­linquiva: «B. ha qualcosa di più. E’ straordinario. Ce lo invidiano tut­ti ». Ora, delusa, manca poco gli dia dell’imbecille. Cav, smetta di farla incupire. La inviti e le ripeta: «Come sei bella, come sei alta».