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 2011  luglio 22 Venerdì calendario

Fiat al 53,5% di Chrysler Entro fine anno al 58,5% - Gli Stati Uniti e il Canada escono da Chrysler e Fiat diventa il primo azionista della casa automobilistica americana con il 53,5%

Fiat al 53,5% di Chrysler Entro fine anno al 58,5% - Gli Stati Uniti e il Canada escono da Chrysler e Fiat diventa il primo azionista della casa automobilistica americana con il 53,5%. Ieri il Lingotto ha acquistato per 125 milioni di dollari dal Canada l’1,5% di Chrysler e per 500 milioni il 6% in mano al Tesoro americano. Ma la lunga cavalcata per conquistare il colosso di Detroit, durata 2 anni e mezzo, non è ancora del tutto conclusa. L’obiettivo dell’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne e del presidente John Elkann è salire al 58,5% di Chrysler entro fine anno. Una tappa che verrà raggiunta centrando l’ultimo «performance event» previsto dall’accordo, cioè la produzione di una vettura ecologica con tecnologia Fiat in grado di fare almeno 16 km con un litro di benzina. L’integrazione tra i due gruppi appare sempre più stretta. Il 26 luglio in Brasile Fiat presenterà i conti del secondo trimestre con i dati del mese di giugno consolidati con Chrysler. Tornando all’accordo su Chrysler, il Dipartimento Usa guidato da Timothy Geithner ha accettato di cedere a Fiat tutti i diritti che gli spettano in forza dell’Equity Recapture Agreement per 75 milioni. In una nota il Tesoro ha sottolineato che «il governo americano esce dal proprio investimento in Chrysler almeno sei anni prima del previsto. È un risultato importante e un’ulteriore prova del successo delle azioni dell’amministrazione per assistere l’industria automobilistica americana, che hanno aiutato a salvare milioni di posti di lavoro nella peggiore crisi dalla Grande Depressione». L’acquisizione dell’1,5% del Canada e del 6% del Tesoro consentono a Fiat di salire al 53,5% su base diluita. «In seguito all’acquisizione del 16%» in Chrysler «il 24 maggio 2011, Fiat ha il diritto di scegliere quattro membri del consiglio di amministrazione. La Fiat ha comunicato l’8 giugno 2011 di non voler esercitare il diritto di nominare un ulteriore direttore ma di riservarsi il diritto di farlo in qualsiasi momento. Con l’acquisizione della maggioranza» di Chrysler «Fiat ha il diritto di scegliere la maggioranza dei direttori del Cda». Ora Marchionne guarda avanti, al 58,5% di Chrysler entro fine anno. Un tassello importante dell’avventura industriale di Fiat in Chrysler, iniziata il 20 gennaio 2009, quando viene firmato l’accordo preliminare fra Detroit e Torino. Un’intesa che prevede che Fiat rilevi subito il 20% di Chrysler e in 3 fasi successive un altro 15% senza investimenti in contanti, ma trasferendo tecnologie e capacità manageriali. Il Tesoro Usa e il governo del Canada garantiscono poi quasi 8 miliardi di dollari di finanziamenti, mentre il fondo pensioni Veba del sindacato auto Uaw si prende il 55% di Chrysler. Il 30 aprile Uaw ratifica l’accordo ed è lo stesso presidente Usa, Barack Obama, ad annunciare l’intesa. Da lì in avanti la corsa di Marchionne, che il 10 giugno 2009 diventa anche ad di Chrysler, procede a ritmo serrato: il raggiungimento del 25 e poi del 30%. Quindi l’«independence day» del 24 maggio 2011, con la restituzione ai governi di Usa e Canada di 7,6 miliardi di prestiti e l’ascesa di Fiat al 46% di Chrysler. Da Ovest a Est la corsa va avanti. A settembre, secondo Alexiei Rakhmanov, direttore del dipartimento russo per il settore auto del ministero dell’Industria, Fiat farà il grande balzo in Russia spiegando quali saranno i nuovi stabilimenti, dove punta a investire 1,1 miliardi di dollari.