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 2011  luglio 22 Venerdì calendario

«TUTTI MI CHIEDONO: MA OGGI INDRO CHE COSA DIREBBE?» - A

dieci anni dalla morte i lettori non hanno dimenticato Indro Montanelli. «La mostra allestita qui a Fucecchio, due anni fa, per il centenario della nascita — osserva Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli-Bassi — ha registrato una grande partecipazione di pubblico. Sono arrivate diverse migliaia di persone, benché la nostra cittadina sia fuori dagli itinerari turistici. Chi è venuto fin qui lo ha fatto apposta per lui. E la frase che ho sentito ripetere più spesso dai visitatori è "Chissà che cosa avrebbe detto oggi Montanelli!". A tutti mancano la sua scrittura inimitabile e la sua capacità di giudicare gli eventi, di far riflettere anche chi non si trovava d’accordo con lui» . Oggi, anniversario della scomparsa di Indro, si tiene a Fucecchio una manifestazione intitolata «Musiche nel giardino dei ciliegi» . Come spiega Malvolti, «l’afosa stagione estiva non è propizia per convegni al chiuso, quindi si è deciso di puntare su un concerto e di tenerlo nella Villa Bassi in località Le Vedute: è uno dei luoghi più cari a Indro, che vi aveva trascorso molto tempo da ragazzo, ospite della famiglia del sindaco Emilio Bassi, i cui figli prendevano ripetizioni dal padre di Montanelli. Lui la chiamava appunto il "giardino dei ciliegi". In tarda età raccontava il suo "sogno delle Vedute", riportato in epigrafe nell’antologia La mia eredità sono io, edita dalla Bur. Indro sognava di tornare a Villa Bassi e di incontrare un altro se stesso, che lo accusava di aver tradito le sue radici. La serata prevede in apertura la proiezione di un filmato, in cui Montanelli parla del suo rapporto con la villa delle Vedute. E poi le musiche, scelte nel repertorio romantico risorgimentale da lui prediletto: Puccini, Rossini, Verdi, Bizet. Brani dalle opere che Indro andava ad ascoltare da giovane nell’arena all’aperto di Fucecchio, dove all’epoca tutte le estati si esibivano cantanti di un certo valore» . Le celebrazioni del decennale, aggiunge Malvolti, proseguiranno in autunno: «Innanzitutto presenteremo il volume, edito dalla Olschki di Firenze e ora in corso di stampa, con gli atti dei tre convegni tenuti in occasione del centenario. Quello di Firenze su Montanelli narratore, quello di Milano sull’attività giornalistica, quello di Roma sul suo rapporto con la storia d’Italia. Sarà il modo per tirare le fila di quanto si è detto su di lui e sulla sua opera. Quindi qui a Fucecchio verrà assegnato il premio di scrittura intitolato a Montanelli, con il riconoscimento alla carriera e quello per i giovani» . Un contributo verrà anche dalle nuove tecnologie. «La mostra su Montanelli organizzata nel 2009 a Fucecchio— ricorda Malvolti — non aveva catalogo, perché si pensava di riproporla in forma più ampia e completa a Roma e a Milano. Purtroppo ciò non è stato possibile per mancanza di fondi, quindi adesso stiamo preparando un dvd con tutti i materiali della mostra» . D’altronde Indro resta un personaggio discusso e controverso, anche se i suoi libri continuano a vendere bene. «Qui alla Fondazione — osserva Malvolti — arriva tutto quello che si scrive su di lui e devo dire che l’interesse nei suoi riguardi non registra flessioni, anche se magari molti cercano di tirarlo dalla loro parte in modo discutibile. Gli stessi convegni del centenario non sono stati rituali, anzi hanno segnato un approfondimento critico interessante. Soprattutto è emerso che l’opera di Montanelli non si può scindere: in lui il giornalista, il narratore e lo storico sono un tutt’uno. Poi naturalmente si sono registrati anche interventi critici, perché il personaggio resta controverso. È legittimo anche far rilevare le sue incoerenze, le contraddizioni e gli errori, che del resto Indro aveva in gran parte ammesso, specie per quanto riguarda la sua adesione al regime fascista. Ma finora non è emerso molto che possa appannare la coerenza di fondo sui principi che a mio avviso caratterizza la sua opera».
Antonio Carioti