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 2011  luglio 22 Venerdì calendario

TROPPE COINCIDENZE PER UN COMMERCIALISTA AL DI LA’ DI OGNI SOSPETTO

La scena del delitto è di un lindore sbeffeggiante. Cercare una traccia non serve più a niente. Sono passati cinque giorni da quando la signora è mancata, ché l’hanno trovata riversa sul pavimento di casa, a Bologna. Siamo a luglio, fa caldo. E non ha avuto dubbi il dottore: Vitalina Balani, 70 anni, è deceduta, probabilmente, per un malore. Epperò, quel corpo è fin «troppo composto» , pensano alla Mobile. L’autopsia s’ha da fare. Per scoprire che la perizia è sbagliata. Che quella pensionata «molto benestante» è stata strangolata. E che, ormai ripulita la scena, toccherà a un’inchiesta vecchia maniera scovare il colpevole attraverso indizi e movente. E già ne suggerisce uno la sorella: un badante rumeno o moldavo: «Tempo fa ne aveva cacciato uno che minacciava di picchiare lei e il marito» . Uno dei tanti, perché di rumeni, in quella casa, da anni è un andirivieni. Anche se ora stanno a Riccione, ad accudire Aldo Fabbiani, il consorte: 92 anni e un’autonomia limitata. E dove stava anche Vitalina, prima di rientrare, quel 14 luglio 2006, in città. Per sbrigare qualche incombenza e incontrare una persona. Beh, fino alle 13, quella mattina, la donna ha avuto l’idraulico. Poi, alle 13,29 ha fatto una chiamata col cellulare. Ma alle 14, un autista che doveva consegnarle un pacco non ha avuto risposta. È già morta, a quell’ora, Vitalina: fatale dev’esserle stato l’appuntamento. Già, chi doveva vedere? Il minaccioso badante? Macché. L’uomo ha un alibi di ferro e poi con lui non si sarebbe lasciata male. Non è quella la pista giusta, spiegano gli inquirenti. E poi, chi la conosceva racconta che la signora era sospettosa, avrebbe aperto solo a persona di fiducia. Chi la conosceva bene, per esempio, è quel ragazzone elegante che ha offerto il suo aiuto alla Polizia: è il suo commercialista e, dice, «un amico di famiglia» . Si chiama Andrea Rossi, ha 44 anni ed ha ereditato lo studio dal padre Guido. Gentile e prestante, alto quasi due metri, il dottor Rossi è uomo affascinante. «Un cavaliere d’altri tempi, adorato dai prof» , racconta l’ex amica di scuola, e pure «un bel giocatore» , confermano i vecchi compagni di volley. Appassionato di antiquariato— tiene i pezzi migliori in un magazzino di Sasso Marconi — è sposato con Maria Cristina che gli ha dato cinque figli e attende il sesto. «Una famiglia da cartolina» , giurano sgomenti i parenti quando, il 10 gennaio, a sei mesi dall’omicidio, il dottor Rossi finisce dentro. Se il corpo della vittima era «troppo composto» , fin dalla prima convocazione, «quell’uomo era troppo collaborativo, troppo disponibile. Insomma, era troppo» , fa sapere Ed era proprio lui il capo della Mobile. ad avere un appuntamento con la vittima. Solo una coincidenza, spiega: gli è passato di mente e non è andato, visto che doveva riportare alla Balani solo un cestino per le crescentine. Peccato che quel giorno, secondo gli investigatori, scadesse una rata importante e che Rossi dovesse indietro anche dell’altro: più di un milione di euro che la donna gli aveva affidato con la garanzia di grossi interessi: soldi spariti, spesi, perduti. Come quelli di tanti altri clienti che, si scopre, non hanno più rivisto i loro investimenti. E c’è chi ha pagato una multa salata perché la sua denuncia dei redditi non è mai stata presentata. Soldi finiti in quel magazzino d’antiquariato dove è stato trovato pure un sarcofago da restituire al governo egiziano. Insomma, il dottor Rossi, con l’acqua alla gola, avrebbe stretto quella di Vitalina e, poi, cercato di convincere il marito a vendere tutto, «inducendolo pure ad accusare del delitto un badante e a firmare l’azzeramento dei suoi debiti» . Lui non ci sta e tira fuori un vecchio scontrino di bar che porta data e ora del delitto, l’alibi che lo scagionerà: peccato che, un’altra coincidenza, quel registratore di cassa non fosse stato aggiornato all’ora legale. E che dire del suo cellulare spento proprio mentre la Balani muore, quasi a non farsi rintracciare? Coincidenze. E allora come mai, otto ore dopo il delitto, quando solo l’assassino poteva sapere che Vitalina era morta, il dottor Rossi ha cancellato dal computer i file sulla posizione patrimoniale della vittima? Ancora coincidenze. Beh, alle coincidenze non crederà nessuno dei tre gradi di giudizio: ergastolo. «Non è un assassino, è solo un cretino» , è ancora oggi la difesa dei suoi avvocati che attendono l’ultimo capitolo della storia, dopo un ricorso straordinario, preso in esame dall’Alta Corte che presto si pronuncerà. Una brutta storia che sembra un giallo di Georgette Heyer: quartieri alti come ambiente, maggiordomo innocente e denaro come movente di un delitto commesso dal meno sospettabile. Un po’ come il dottor Rossi: uno che, come sua password, aveva scelto «Landru» , il nome di un assassino che strangolava vecchie signore dopo averne depredato gli averi. La stessa fine di Vitalina: la verità nascosta in «una famiglia da cartolina» .
Cesare Fiumi