Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 22/7/2011, 22 luglio 2011
IL FATTO DI IERI - 22 LUGLIO 2011
Un teatro tutto di legno, piantato sul mare come una chiatta, infilato nel vecchio porto e collegato alla terraferma da un elegante pontile ligneo. Un gioiellino architettonico che nella Bari degli anni ’10, già illuminata dalla luce elettrica e attraversata dai primi tramway, per tutti era il Varietà Margherita, cabaret sull’acqua, unico nell’Europa della Belle Époque. Eccentrico palcoscenico-palafitta con spettacoli d’arte varia, ballerine, sciantose, acrobati e artisti di grido, da Petrolini alla “gran stella italiana Bianca Aurora. Uno scintillante ritrovo osè raso al suolo, a un anno dal vernissage, da un fulmineo, devastante incendio, la notte del 22 luglio 1911, in cui arredi, quinte e costumi di scena finirono in una catasta fumante. Vita breve per il Margherita, ricostruito in tempi record e diventato, nel ’14, delizioso Kursaal, in linea col sinuoso Liberty barese del tempo. Talmente bello da essere requisito nel ’43 dall’esercito anglo-americano, pronto a trasformarlo in Garrison Theatre, club di entertainment per le truppe alleate. Bombardato poi dai tedeschi, l’antico caffè chantant, dopo anni di abbandono, sembra oggi avviato, a un secolo dal rogo del 1911, a un suo nuovo splendore.