CARLO BONINI , la Repubblica 21 /7/2011, 1 luglio 2011
ALLIEVE FRUSTATE CON LA VERGA DI BAMBÙ" COSÌ SI PUNIVA NELLA CASERMA DI SALVATORE - ASCOLI - È
un dettaglio. Ma poi non così insignificante. Perché nei ricordi di chi ha marciato nella piazza d´armi della caserma "Emidio Clementi", la casa del 235esimo Reggimento "Piceno", la tonnara del caporalmaggiore Salvatore Parolisi, si agita ora una verga di bambù che percuoteva le natiche di giovani donne in mimetica. Lo racconta a verbale uno degli otto testimoni, tra sottufficiali ed ex reclute del Reggimento, ascoltati nell´inchiesta sull´omicidio di Melania Rea. Ed è un lampo - non il solo, come vedremo - capace di incenerire la laconica replica con cui, ieri sera, sollecitate da Repubblica, fonti ufficiali dello Stato Maggiore dell´Esercito liquidavano la faccenda. «Sul 235esimo non abbiamo nulla da nascondere, né da indagare, né da pensare. Perché quello che succede tra un uomo e una donna che lavorano sotto lo stesso tetto è affare privato che riguarda l´intelligenza di ciascuno. Per l´Esercito parla la storia di una compiuta integrazione».
G. C., una giovane donna che al 235esimo si è addestrata per tre mesi, prima di scegliere una vita fuori dalle forze armate, porta con sé una memoria diversa. La ragazza viene sentita come testimone due mesi fa. Ricorda Salvatore Parolisi e le sue "storie". Ricorda Nicola Caterino, come lui caporalmaggiore addestratore e di lui compagno di merende nelle uscite fuori ordinanza in quel della "Dimora di Morgiano". «Caterino era il più "gettonato"», dice. Il "preferito" da reclute che «spesso si proponevano e approcciavano gli istruttori in modo esplicito». In un contesto dove l´addestratore non deve più neppure chiedere, per il semplice fatto di essere al centro della vita e della futura carriera di 450 ragazze per corso, 1.800 l´anno. Ma G. C. ricorda soprattutto il caporale M. Lo hanno trasferito dalla "Clementi" la scorsa primavera, quando una delle reclute ha trovato la forza di denunciare formalmente quel che tutti sapevano e fingevano di non vedere. «M. bacchettava le allieve con una canna di bambù sulle natiche», ricorda. E il suo linguaggio, a quanto pare, aveva smesso di farsi grevemente allusivo semplicemente perché si era trasformato in normale turpiloquio.
«È vero tra istruttori e allieve si instaurano rapporti», concede il caporale A. L. Ma nel dirlo, introduce una curiosa distinzione. «Nulla di contrario alle regole, perché non mi risulta che siano rapporti sentimentali. Sono rapporti intimi. Io, personalmente, ne ho avuti sei». Il caporale elenca le "fortunate" con i loro nomi, perché possano eventualmente confermare quel che sta dicendo. E mostra stupore che qualcuno si sorprenda. Perché quello, nel Reggimento, è il segreto di Pulcinella.
Che tutti dunque conoscono, tranne, a quanto pare, l´ufficiale che il Reggimento comanda, il colonnello Ciro Annicchiarico. Anche lui viene sentito a verbale. E la risposta che offre è lapidaria, sebbene ammorbidita da una clausola di salvaguardia: «Non mi risultano relazioni sentimentali con colleghe. Ma immagino di non essere il naturale destinatario di confidenze». In realtà, basterebbe farsi due passi in città la sera e buttare un occhio al bancone del "Bar Dany" o nella foyer del "B&B disco dinner", dove i caporali istruttori pescano. Oppure, sarebbe sufficiente ascoltare le voci della caserma, come ha fatto A. L. La ragazza è una delle pochissime caporali istruttrici donne della "Clementi". Quindici in tutto, arrivate per la prima volta appena tre mesi fa. Curiosamente, nello stesso periodo dell´omicidio di Melania. A. L. è sincera, diretta: «Sì, in caserma ho sentito parlare di relazioni sentimentali. E ho anche sentito dire che alcuni istruttori erano chiacchierati, come il caporale Caterino e un altro istruttore».
Anche V. P. è sincero. È un altro dei caporalmaggiori istruttori. E, a verbale, la mette giù semplice, semplice, insistendo anche lui sulla circostanza che in caserma si traffica in sesso, non si perde tempo con i sentimenti: «Non è inusuale che all´interno della caserma tra istruttori e allieve nascano rapporti intimi. A me è capitato con qualche allieva e mi vedevo con loro all´Hotel Ariston. Devo dire che mi ha stupito la relazione tra Salvatore Parolisi e Ludovica Perrone, perché sono incontri sessuali basati sull´attrazione fisica. E non sono incontri che si tengono in caserma». Che è poi quel che conferma senza imbarazzi L. D., caporalmaggiore istruttore, amico di Salvatore Parolisi, con cui, nel 2000, ha condiviso 5 mesi di missione in Kossovo. «Io non sono né sposato, né fidanzato e posso dirvi che mi è capitato di avere qualche relazione con qualche allieva. Come credo capiti a molti dei miei colleghi. Anche Salvatore ha avuto relazioni, ma non è mai stato esplicito. Sì, è frequente che gli istruttori riescano a intrattenere relazioni sentimentali con allieve dello stesso plotone e squadra». E perché sia chiaro di cosa sta parlando, L. D. lo dice con i numeri. «C´è un istruttore per ogni squadra. Un uomo per 10-20 donne ogni tre mesi. Che significa tra le 40 e le 80 l´anno». Già, le donne passano. Ruotano ogni 90 giorni. In gergo militare le chiamano "blocchi" e vanno per annate, come le vendemmie. Primo blocco 2011, secondo blocco 2011, terzo e quarto "blocco" 2011. Loro, gli uomini, hanno un nome, un grado e restano almeno tre anni.