Nicola Lombardozzi, la Repubblica 22/7/2011, 22 luglio 2011
MATURITA’ A PROVA DI FRODI. MEDVEDEV ARRUOLA LA POLIZIA
In che lingua conversava il giovane Evgenij Onegin durante il ballo con la bellissima Tatiana? Per saperlo bisognerebbe leggere il più celebre poema di Aleksandr Puskin o almeno dare una scorsa al libretto dell´opera lirica Evgenij Onegin musicata da Ciaikovskij. Ma per migliaia di studenti russi, che si sono visti fare questa domanda all´esame di maturità, ci sono state altre possibilità: pagare un professore che per poche centinaia di euro ha inviato per sms tutte le risposte ai quiz; passare una tangente a un funzionario della scuola che la sera prima ha venduto le segretissime domande preparate dall´apposita commissione del ministero; o addirittura dare una mancia a un bravo studente universitario che si è presentato la mattina al posto del maturando risparmiandogli pure la fatica di partecipare fisicamente al suo stesso esame.
In alcune scuole di periferia si è poi raggiunta la perfezione. Gli esaminandi hanno lasciato in bianco tutte le risposte girando ai professori la responsabilità di mettere le crocette al posto giusto e di dare il loro giudizio finale secondo un tariffario ben preciso: 2mila euro per un diploma con il massimo dei voti, la metà per una media "buona", pochi spiccioli per una risicata promozione. E non sono episodi marginali dato che, secondo le stime ufficiali, almeno uno studente su quattro, questa estate, ha ottenuto fraudolentemente il diploma.
Sommerso dalle proteste registrate perfino dai giornali più allineati al governo, il premier Vladimir Putin, in costante calo di popolarità, ha deciso di scoprire uno scandalo che dura da decenni: «I genitori dei ragazzi hanno ragione, il sistema va riformato». Neanche un giorno dopo il presidente Medvedev ha dunque annunciato un piano quasi militare per ripulire il marcio nella scuola dell´obbligo. Dal prossimo anno in poi la correzione dei compiti, svolti su speciale carta non fotocopiabile, sarà affidata a una agenzia composta da personale docente privato e controllato a sua volta da funzionari di polizia. Nella aule verranno introdotti i metal detector per bloccare telefonini e computer. Telecamere a circuito chiuso riprenderanno minuto per minuto tutti gli studenti. In più, l´ispettorato scolastico che qui si chiama Rosobrnadzor, schiererà i suoi uomini come veri e propri agenti di polizia in incognito con licenza di sospendere e punire ogni studente a un minimo sentore di raccomandazione o di irregolarità nello svolgimento della prova.
Misure spettacolari, costosissime e anche difficili da realizzare, che non tranquillizzano molto i ragazzi che si preparano ad affrontare l´esame il prossimo anno. Il test infatti ha un valore fondamentale e la competizione è altissima. L´esame di stato, prova unica per tutte le scuole medie superiori non offre soltanto un diploma valido per la ricerca di un posto di lavoro, ma è anche un passaggio chiave per l´ingresso nelle varie facoltà universitarie. Ottenere il massimo dei voti consente di fatto l´ammissione diretta. Ogni voto in meno rende più difficile il percorso, visto che è necessario un test di ingresso con una conseguente graduatoria.
Da quando è stato inserito, già a livello sperimentale nel 2001, l´Eghé, un acronimo che sta per Esame pubblico unificato, è contestato da pedagogisti e docenti che lo accusano di essere deleterio per la formazione degli studenti. Si tratta di una serie di otto questionari. Due, uguali per tutti, di Letteratura russa e di Matematica. Gli altri sei su materie specifiche diverse a seconda dell´indirizzo della scuola. Quiz nozionistici che si risolvono in una sorta di "rischiatutto" visto che non è previsto che si tenga conto del curriculum dello studente né del suo livello di cultura generale. Questo avrebbe scatenato le ansie dei genitori e un dilagare di sistemi illegali per arraffare il diploma costi quel che costi. Una insegnante di Ghelendzhik, nel Caucaso settentrionale, ha scritto una lettera ai giornali per raccontare come la madre di un ragazzo l´avesse avvicinata con un piano già pronto: «l giorno dell´esame, lei sarà ammessa in una stanza della segreteria. Sarà sola. Qualcuno le porterà il questionario. Avrà tre ore di tempo. Il compito sarà poi ritirato in una stanza attigua da un´altra persona che le pagherà 100 euro in contanti». L´insegnante ha ovviamente rifiutato, ma sottolinea che il suo stipendio non raggiunge i 200 euro, quasi ai giustificare i suoi colleghi più disinvolti. E aggiunge: «Poi non ero certa di rispondere bene a tutto. Che lingua parlava Onegin? Francese, forse, ma non ne sono così sicura».