PIERO BIANCO, La Stampa 20/7/2011, 20 luglio 2011
La hyper-Ferrari è nata in Corea - Qualcuno ha esagerato, immaginando la Ferrari del futuro come una improbabile macchina di Batman, con pinne e artigli
La hyper-Ferrari è nata in Corea - Qualcuno ha esagerato, immaginando la Ferrari del futuro come una improbabile macchina di Batman, con pinne e artigli. Altre idee, invece, sono risultate innovative e intelligenti, ipotizzando soluzioni che potrebbero diventare realtà. Maranello è stata sommersa negli ultimi sei mesi da oltre 400 progetti, con cui i giovani designer di 50 scuole e università di tutto il mondo si sono confrontati nel realizzare i prototipi delle Rosse che verranno: «La sfida più impegnativa per noi professionisti, figuratevi le difficoltà di uno studente», sottolinea il capo del Centro Stile, Flavio Manzoni. Il World Design Contest 2011 (organizzato con il partner tecnologico Autodesk) è diventato evento globale. Sette finaliste, ieri la premiazione con un parterre de rois straordinario: dal presidente Luca Montezemolo a Fernando Alonso, l’ad Amedeo Felisa, Paolo Pininfarina a rappresentare la griffe che più di ogni altra al mondo ha firmato indimenticabili Ferrari. E una platea di 160 giornalisti provenienti da 23 Paesi, come fosse il battesimo di una supercar del Cavallino e non l’epilogo di un concorso per ragazzi che amano l’auto e soprattutto amano i sogni. Hanno lavorato giorno e notte, per conquistarsi quello stage a Maranello che costituiva il premio più ambito, oltre a borse di studio in denaro. Hanno spremuto la fantasia per disegnare e poi realizzare in scala 1:4 la loro hyper-Ferrari da primato: aggressiva, concepita per ospitare le più avanzate tecnologie ma attenta all’ecologia, ai consumi e all’aerodinamica. Naturalmente anche bella. Ha vinto, con il contorno di un’ovazione da stadio, l’Università di Hongik, Seul. La Ferrari del futuro si chiama Eternità e parla coreano. È il progetto che «meglio interpreta la filosofia del concorso senza snaturare il Dna del marchio». Sul podio un saggio di eccellente made in Italy, con l’Istituto Europeo di Design di Torino che ha piazzato al secondo posto il concept Xezri (disegnato però da uno studente azero), terzo il Royal College of Art di Londra con Cavallo Bianco, provocante fin dal nome. «La nostra forza - spiega Montezemolo - è lo storico radicamento sul territorio, perché l’intero ciclo produttivo si sviluppa qui con una cura maniacale del dettaglio, ma per noi è altrettanto fondamentale spalancare le finestre sul mondo: siamo presenti su 58 mercati e lo slogan che amo ripetere è “una Ferrari diversa per ferraristi diversi”. Specie nel mondo del design l’evoluzione è continua, non dimentichiamo che una Ferrari deve essere soprattutto bella, ovunque riconoscibile per la sua esclusività e l’identità unica, oltre che per le prestazioni e la guidabilità». «In questo concorso - aggiunge il presidente - abbiamo visto soluzioni progettuali decisamente estreme, però guarderemo con grande attenzione a queste idee perché noi viviamo di tecnologia ma anche di particolari, di materiali e di stile ricercato, come dimostra il grande impegno dedicato ai colori e alle pelli pregiate. Non ci sarà mai una Ferrai full-electric, invece studiamo con attenzione l’ibrido, che è la soluzione ecologica del futuro». «Tutti i partecipanti - conclude Montezemolo - meritano un ringraziamento, penso che abbiano prevalso con merito questi entusiasti ragazzi coreani: non è un caso. La Corea rappresenta oggi una realtà importante, non solo nel mondo dell’auto. Prima ha imparato ad apprezzare il made in Italy, poi ha proposto la propria scuola che brilla nel mondo. Altrettanto stanno facendo i cinesi, anche nell’industrial design, con risultati molto apprezzabili a livello di università e di centri stile e con i loro talenti esportati con successo. Per noi sono fondamentali questi nuovi mercati, che ci consentono di aumentare la produzione senza derogare mai dal concetto di esclusività che prevede di dover sempre desiderare una Ferrari. Ne facciamo meno di quante ce ne chiedono. L’area della Grande Cina, comprese Hong Kong e Taiwan, è ormai il nostro secondo mercato mondiale». Proprio alla Jiangnan University, cinese, è andato il premio speciale «Most Unexpected Technological Solution» per le ardite soluzioni tecniche ideate con il concept The Drake. Altro premio speciale, l’Autodesk Design Award è stato consegnato da Brenda Discher alla Hongik University coreana, che ha così fatto il pieno, per «il miglior utilizzo del software Alias nel processo di design».