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 2011  luglio 19 Martedì calendario

SULL’AMERICA IL FLAGELLO DELLA SICCITÀ

Peggio dei terremoti, dei tornado, delle alluvioni e degli uragani, una nuova calamità naturale sta mettendo in ginocchio l’America, un’ondata di calore di intensità epica accompagnata da una siccità che potrebbe replicare la tragedia del Dust Bowl, l’immensa area del Midwest americano trasformata in un deserto di polvere durante la Grande depressione, e immortalata da John Steinbeck in Furore.

Uno dopo l’altro gli stati americani dall’Arizona all’Alabama stanno dichiarando lo stato di emergenza, mentre osservano impotenti interi raccolti di grano e mais avvizzire al sole e le riserve d’acqua rimpicciolirsi in modo preoccupante. Le metropoli americane da New York a Chicago ad Atlanta e persino a Minneapolis boccheggiano da due settimane sotto una cappa di afa con temperature sopra i 35 gradi e l’80% di umidità, 882 temperature record sono state registrate nell’America continentale dall’inizio di luglio, e le condizioni di siccità coprono ormai il 29% del Paese, con punte di siccità estrema in Texas (il 72% del territorio) e in Oklahoma (il 40 per cento).

I meteorologi prevedono temperature sopra i 35 gradi almeno fino alla fine di luglio, e secondo i più allarmisti le condizioni di siccità in alcune zone del Paese potrebbero essere destinate a diventare croniche: temperature e livelli di aridità mai registrati contemporaneamente su un’area così vasta probabilmente non possono essere interamente spiegati dal fenomeno meteorologico della Nina, un calo di temperatura delle acque del Pacifico che si verifica ogni 5-10 anni. «Se i modelli che usiamo sono corretti, l’intero sudovest d’America (Arizona, New Mexico, Nevada, Utah, Oklahoma e Texas) rischia di trasformarsi in un deserto», ha detto al New York Times il meteorologo Richard Seagar della Columbia University.

La grande siccità del 2011 è in realtà iniziata nell’autunno del 2010 ed è continuata per tutto l’inverno e la primavera; in Texas non si vedeva così poca pioggia dal 1917, mentre in Oklahoma le precipitazioni sono state pari al 28% del normale. A Tulsa, proprio in Oklahoma, la temperatura non scende sotto i 32 gradi dal 31 maggio scorso, e viaggia sopra i 38 da due settimane a questa parte.

Intanto in Arizona gli allevatori stanno svendendo il bestiame perché i campi di foraggio sono inariditi e non sono più in grado di dar loro da mangiare e da bere; i 40mila incendi scoppiati quest’estate hanno raso al suolo due milioni e mezzo di ettari di foreste; in Texas il 30% del raccolto di grano è già andato perso mentre nel granaio d’America - che include Iowa, Kansas, Missouri, Indiana e Illinois - si prevede un crollo del raccolto di mais, il più importante per il Paese con un valore di 66,7 miliardi di dollari nel 2010. I prezzi dei futures per consegna a dicembre sono saliti fino a 6,85 per bushel per stabilizzarsi ieri a 6,70 dollari grazie a previsioni di pioggia per fine settimana.

Le ripercussioni a catena sull’economia paiono infinite: l’abbassamento del livello dell’acqua nei fiumi e nei laghi sta impoverendo la fauna ittica, e uccidendo i molluschi; i depositi di sali e sostanze chimiche sui cavi elettrici stanno causando blackout in molte città del Texas, dove appunto non piove da mesi; la perdita di raccolti sta facendo salire i prezzi dei cereali e dei foraggi, e di conseguenza anche della carne e del latte; i danni all’ambiente sono incalcolabili, il consumo di energia per i condizionatori d’aria rischia di far andare in tilt il network elettrico mentre cresce seriamente il rischio di dover allargare i razionamenti di acqua già in vigore in molte zone rurali anche alle città.

Questa "calamità strisciante", come la definiscono i meteorologi, in quanto i suoi deleteri effetti si accumulano nel tempo, potrebbe infine avere un devastante impatto culturale simile a quello verificatosi durante la Grande Depressione. La crisi attuale non è grave come quella degli anni 30, ma l’economia stenta a riprendersi dopo tre anni di profonda crisi finanziaria, e il Governo e gli stati sono a corto di soldi per prestare assistenza agli agricoltori e agli allevatori americani. Negli annni 30 ci fu la grande migrazione dal Midwest verso la California, terra "del latte e del miele" nell’immaginazione della famiglia Joad di Furore. Oggi in California c’è la crisi fiscale, ma a Los Angeles le temperature quest’estate non hanno ancora superato i 27 gradi.