Giorgio Dell’Arti, La Stampa 19/7/2011, 19 luglio 2011
VITA DI CAVOUR - PUNTATA 130 - SOLDATI DA AFFITTARE
Avevo capito che gli inglesi erano sempre contrari alla guerra.
Vero, e Aberdeen era un pacifista autentico e capo a Londra di un forte partito filorusso. Ma i giornali - e specialmente il «Times», in quel momento schierato con Palmerston - volevano la guerra ai russi. E i giornali in quel Paese avevano un grande peso. Perciò, mentre lo zar avanzava nei Balcani, i franco-russi decisero di attaccare in Crimea, mettendo sotto assedio Sebastopoli. Ecco perciò sbarcare fra Eupatoria e la foce dell’Alma 60 mila uomini: 28 mila francesi, 29 mila inglesi, settemila turchi.
I russi quanti erano?
Ma i russi potevano mettere in campo fino a un milione di uomini. Solo che avevano da badare anche alla frontiera occidentale e penavano in genere per spostare uomini e cose, data la pessima condizione, o l’inesistenza, delle loro strade. D’altra parte, problemi simili avevano gli Alleati, troppo lontani da casa, costretti su una stretta lingua di terra e tormentati dal colera, al punto che ne morirono molti più di malattia che in combattimento. L’inverno (inverno 1854-1855) risultò tremendo, e tremenda la disorganizzazione britannica. Per esempio, il comandante in capo aveva ai suoi ordini fanteria e cavalleria, ma i soldi erano gestiti dal Secretary at War. Artiglieria e Genio rispondevano a un’altra amministrazione, che governava anche il dipartimento per la fornitura di armi ed equipaggiamenti, però non di tutte le armi e gli equipaggiamenti, per esempio era responsabile delle carabine, ma non delle sciabole. I trasporti dipendevano dall’amministrazione civile, eccetera. Questa confusione era il risultato di stratificazioni organizzative successive - roba di secoli - nel corso delle quali s’era naturalmente sempre tenuto conto del primato dell’aristocrazia e dei centri di potere che s’erano via via costituiti, badando bene a non intaccare privilegi consolidati. Messa alla prova della prima guerra di trincea della storia, l’amministrazione britannica fece naufragio su tutta la linea. Problemi gravi per la fornitura di viveri, foraggi, indumenti, attrezzi, materiali per costruirsi le baracche, quindi malattie e sofferenze, con novemila morti in ospedale, il quadruplo di quelli che erano caduti in battaglia. I famosi vincitori di Napoleone si trovavano dunque in una difficoltà gravissima, tanto più che gli alleati francesi, gli uomini cioè del nuovo Napoleone, mostravano la solita, celebre eccellenza militare, avevano cioè più uomini, più mezzi e una supremazia sempre più chiara nelle operazioni. Qualcosa di intollerabile.
I francesi avevano anche più uomini?
Sì, e di questo in particolare gli inglesi non riuscivano a venire a capo. Lei sa come si reclutava la bassa forza da loro, no?
No, francamente...
«Vagabondi, oziosi, violenti, affetti da tare psichiche, irregolari ed emarginati di ogni sorta venivano ingaggiati da sergenti o arruolatori civili ( i crimps ) con metodi che spesso assomigliavano a rapimenti piuttosto che a ingaggi volontari» (Romeo). Questo metodo sembrava ottimo alla classe dominante: «In tal modo le forze armate assolvevano un’utile funzione sociale, assorbendo gli elementi peggiori, gli “umori cattivi” della società civile, e agevolando in tal modo il tranquillo svolgimento delle attività lecite e produttive; senza contare l’ulteriore vantaggio di isolare questo tipo di reclute dai fermenti di radicalismo che si agitavano negli strati inferiori della società britannica...».
Era un altro modo di risolvere il problema dei poveri.
Sì, ma anche quel sistema, messo alla prova delle urgenze di Crimea, rivelò per intero la sua debolezza. L’offerta di volontari era drasticamente diminuita, perché l’industria e l’agricoltura pagavano molto più dello scellino al giorno che si riconosceva ai soldati e in ogni caso i proprietari non volevano che la loro manodopera fosse distolta dal lavoro. La ferma durava dieci anni in fanteria e dodici in cavalleria e il sistema dei rapimenti più di tanto non poteva dare. Insomma, il 23 dicembre 1854 la regina Vittoria autorizzò l’arruolamento di mercenari stranieri...
Questo non destava scandalo?
Lo facevano da un pezzo. Nel Settecento, il capostipite dei Rothschild aveva fatto fortuna proprio così, vendendo al re inglese interi corpi d’armata fatti di tedeschi presi chi sa dove. Stavolta però da Austria, Prussia, Sassonia, Hannover, Spagna, Svezia e dalla stessa Inghilterra non si riuscirono ad arruolare più di 25 mila uomini, mentre se ne cercavano almeno 60 mila.
Quindi il Piemonte...
Pressioni su Cavour, perché mandasse un contingente, erano cominciate già in estate, sia da parte inglese (Hudson) sia da parte francese (Guiche). Cavour era d’accordo, il re entusiasta. Il governo, e in particolare il ministro degli Esteri, Giuseppe Dabormida, studiavano che cosa chiedere in cambio. Perché certo non si poteva mandare un corpo di spedizione in Crimea senza sapere che cosa si sarebbe guadagnato. Gli inglesi pretendevano di affittare le truppe sarde, cioè avrebbero ingaggiato i soldati di Vittorio Emanuele facendo vestir loro la divisa britannica. Nonostante il disastro della finanza torinese, non era un’ipotesi che si potesse prendere in considerazione. Il prestigio, l’onore...