LUCA FORNOVO, La Stampa 19/7/2011, 19 luglio 2011
Sull’Eurozona l’incubo del 7 per cento - Gli investitori con più capelli grigi e pelo sullo stomaco lo chiamano l’incubo del 7%
Sull’Eurozona l’incubo del 7 per cento - Gli investitori con più capelli grigi e pelo sullo stomaco lo chiamano l’incubo del 7%. È il livello di guardia dei rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni, varcato il quale il debito pubblico di un Paese rischia di diventare insostenibile. Diventa sempre più difficile e costoso rimborsare interessi e obbligazioni. E a un certo punto uno Stato, dopo un po’ di tentennamenti, si ritrova a chiedere all’Europa una ciambella di salvataggio. Qui non siamo più nella terra della speculazione finanziaria. Questa purtroppo ormai è storia. Basta dare un occhio al grafico qui sopra per rendersene conto. La prima a pagare il conto salatissimo è la Grecia. A maggio di un anno fa, i rendimenti dei bond decennali greci schizzano sopra il 7%. Atene getta la spugna e chiede aiuto: dall’Ue, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale arriverà un prestito di 110 miliardi di euro. A novembre tocca all’Irlanda. Anche qui stesso copione: bond con rendimenti sopra quota 7% e Dublino porta a casa un pacchetto di aiuti da 90 miliardi. Ad aprile è il Portogallo ad abbassare le armi di fronte al botto degli spread (i differenziali di rendimento rispetto ai Bund tedeschi): dall’Europa arrivano finanziamenti per 80 miliardi.Toccherà anche all’Italia? Siamo entrati a far parte dei maialini d’Europa, i Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna)? Un dubbio che un anno fa neanche ci sfiorava, ora comincia a serpeggiare fra operatori e broker. Ieri i nostri Btp a dieci anni sono arrivati a offrire un rendimento del 6%, con gli spread volati a 337 punti sul Bund. Ci avviciniamo cioè all’incubo del 7%. E siamo anche più vicini alla Spagna: i titoli di Stato decennali di Madrid rendono il 6,32% con 367 punti di spread. Senza contare poi che i nostri Cct in scadenza nel 2015 hanno perso in circa un mese l’8%. Titoli di Stato che diventano rischiosi come azioni. Anche Goldman Sachs, una delle più importanti banche d’affari americane, comincia a nutrire qualche preoccupazione sull’Italia. In un report gli analisti di Goldman sottolineano che se i rendimenti saliranno al 7,5% ci sarà un costo crescente e continuo del debito pubblico. Insomma forse la manovra economica appena varata dal governo e approvata in tempi record dal Parlamento potrebbe non bastare. Anche perché, secondo Goldman Sachs, oltre alla speculazione e al debito l’Italia ha altri nemici da cui deve difendersi. Questi nemici sono la bassa crescita del prodotto interno lordo (pil), la scarsa produttività e l’inflazione in crescita. I timori degli operatori sui bond resta alta. «I titoli di Stato di alcuni Paesi europei - spiega Alessandro Frigerio, gestore della boutique d’investimento Rmj Sgr - rischiano di diventare come i mutui subprime, titoli spazzatura». L’Europa, secondo Frigerio, dovrebbe lanciare un fondo, sul modello di quello americano Tarp, per comprare i titoli di Stato a rischio, come alcune obbligazioni greche e irlandesi. Molti economisti internazionali chiedono, poi, con insistenza a Bruxelles di approvare e aumentare in fretta la dotazione del fondo europeo salva-Stati. Su tutto ciò pesano però le divisioni in seno alla Ue. Incertezze che riguardano pure il come sciogliere il nodo Grecia, alle prese con nuovi aiuti. E il mercato guarda con scetticismo anche al Summit straordinario dei 17 Paesi dell’Eurozona di giovedì.