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 2011  luglio 19 Martedì calendario

ORO SUPERSTAR, UN TEMPO LE MONETE OGGI IL LINGOTTINO — E

ora i bookmaker scommettono su quota 1.700 dollari: ieri l’oro ha superato la soglia dei 1.600 dollari l’oncia e gli scenari sulla crescita del metallo giallo non hanno più confini. Un destino che ha una lunga storia. Una volta l’oro era meno rifugio e più passione, oggi il «lingottino di fine mese» testimonia l’ansia di mettere via qualcosa di fisico: d’altra parte di «sovrano» sono più appetibili la sterlina d’oro o l’aquila americana, che si possono mettere in cassaforte o sotto il materasso, oppure titoli dissolti nei valori e nella immaterialità dei depositi in banca? La risposta a questo interrogativo in realtà è cambiata ancora prima della grande crisi che ha travolto il debito di Paesi come Irlanda o Grecia e seminato la paura da «contagio» . Il virus che ha prodotto una nuova corsa all’oro ha natura tutta «privata» , nel senso che è partito dal crac Lehman nell’autunno 2008, che ha scosso il mondo delle certezze precedenti. «Ricordo bene quelle settimane: i nostri centralini sono andati in tilt» , dice Graziella Gagliardi di 8853 spa, azienda specializzata nella commercializzazione di metalli preziosi puri o in forma di lingotti di varie pezzature, proprietaria anche del marchio storico Mario Villa, noto fra i «cultori» dei banchi metalli: una fusione interaziendale ha portato ad adottare per nome il numero di telefono a quattro cifre della vecchia società. A quei giorni risale dunque la svolta anche per l’oro, sebbene il «colpo di grazia» a Bot, Btp e fondi sia arrivato senza dubbio dalla crisi dei debiti sovrani. Fatto sta che il prezzo del metallo giallo è passato dall’inizio del 2008 a oggi da 576 euro all’oncia ai 1.140 degli ultimi record che vengono aggiornati (superati) quotidianamente. Oggi re di questo tipo di investimento è il lingottino che può soddisfare tutte o quasi le «ansie» da investimento con piastrelline da pochi grammi a un chilo: tutti tascabili compreso quest’ultimo, grande come un blackberry pur valendo oltre 35 mila euro. «In genere chi compra oro lo tiene in cassetta di sicurezza» , aggiunge Graziella Gagliardi, «ma certo non manca chi lo custodisce in casa» . Di qui la ristretta ma significativa moda recente dei bunker domestici (soprattutto in villa) che ha visto perfino casi di riconversione di ormai superati rifugi antiatomici risalenti alla Guerra Fredda. Crac Lehman e Grecia sono riusciti a ricollocare l’oro anche fra i consigli degli esperti: oggi, spiegano a 8853, non mancano consulenti che consigliano ai propri clienti una quota di metallo giallo pari al 20%del patrimonio. E soprattutto hanno contribuito a consegnargli il pieno status di investimento. Traguardo che in parte aveva mancato la legge numero 7 del 17 gennaio 2000: consentendo ai privati di acquistare lingotti e monete, con caratteristiche particolari senza pagare l’Iva, la normativa ha recepito una direttiva Ue e distinto l’oro fra industriale, rimasto soggetto all’imposta, e quello appunto da investimento, sul quale vale la tassa relativa ai capital gain. «È stata la vera svolta storica in Italia» , dice Alessio Anfossi, presidente di Intercoins, casa fondata nel 1970 molto attiva in lingotti e monete, che vende anche on line, «ma che di per sé non ha segnato subito un ritorno di fiamma per il bene-oro: l’interesse, vivace fino agli anni Settanta, successivamente è calato, per riprendere di recente» . E negli «anni d’oro» dell’oro non era il lingottino a essere il primo oggetto di desiderio, bensì soprattutto le monete. Quelle rimaste sempreverdi nella versione in oro, come sterlina, dollaro Usa e canadese, e quelle legate ad avvenimenti o commemorazioni. Anfossi ricorda quando era responsabile di Numismatica Italiana ed è andato prima in Somalia e poi nell’Etiopia di Hailé Selassié per «sollecitare e seguire» le prime emissioni «moderne» di monete d’oro a corso legale, cioè celebrative. Modello copiato poi da molti Stati con «successi enormi» . Come quella di Bogotà nel ’ 68-69, ricorda ancora Anfossi, in occasione del primo viaggio di papa Paolo VI in America Latina. «Monete che venivano vendute a 1.500 lire al grammo, ed erano considerate care. Oggi chi le ha in cassaforte ha un piccolo tesoretto» . Ma le monete, in molti casi collezioni più che investimenti, hanno poi perso progressivamente appeal. E anche una delle serie più recenti, emesse in Gran Bretagna in occasione delle nozze fra William e Kate, ha ricevuto accoglienza tiepida. Sulla passione ha vinto il rifugio. Anche nella sua veste più profana: il distributore automatico. Non bisogna andare in Etiopia, basta fermarsi all’aeroporto di Orio al Serio: lingottini come Coca Cola. O quasi.
Sergio Bocconi