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 2011  luglio 18 Lunedì calendario

Montanari Ermanna

• Campiano di Ravenna (Ravenna) 1956. Attrice. Di Teatro. Delle Albe di Ravenna. Premiata tre volte con l’Ubu (1999/2000; 2006/2007; 2008/2009). È sposata col regista Marco Martinelli (Reggio Emilia 14 agosto 1956), nel 2010 Arpagone nel suo Avaro (vedi Magda Poli, “Corriere della Sera” 25/5/2010) • «Insieme a Marco Martinelli, Luigi Dadina e Marcella Nonni nel 1983 fonda a Ravenna il Teatro delle Albe, destinato a dar vita nel 1991 al centro per la ricerca teatrale Ravenna Teatro. Come attrice e scenografa, secondo la regia di Marco Martinelli, mette in scena fra gli altri Ruh , Romagna più Africa uguale (1988), Siamo asini o pedanti? (1989), Bonifica (1989), All’inferno! (1996) e Perhindérion (1998), all’interno di un itinerario che sposa ricerca e sperimentazione linguistica all’attenzione per il proprio patrimonio etnico e antropologico. Nel 1991 crea il Linguaggio della Dea, uno spazio in cui `pensare al plurale’, possibilità di riflessione sul femminile attraverso l’incontro e il confronto di esperienze. Le linee fondative del suo percorso artistico disegnano tracce di un’incessante ricerca, che è memoria e corpo di una terra che cerca di farsi linguaggio. Inseguendo il segreto di parole aggrovigliate nel silenzio del corpo, l’attrice ritorna attraverso lo spazio del teatro a quella terra che per `eccessiva identità’ avrebbe forse voluto dimenticare: il dialetto romagnolo le consente di riappropriarsi del sangue e di “esprimere con forza le azioni senza separarle dalle parole”. Un viaggio continuo e rinnovato nella propria preistoria, che la vede protagonista non solo come attrice ma anche come autrice e regista in Confine (1986), finalista nel premio Opera Prima di Narni, in Rosvita (1991), in Cenci da Artaud e Shelley (1993), in Ippolito da Euripide e Marina Cvetaeva (1995), e soprattutto in Lus, canto in dialetto romagnolo del poeta Nevio Spadoni. In Lus , le gambe nude sospese nel vuoto buio, l’attrice è Belda, strega dei miracoli, il cui linguaggio si fa canto e grido recuperando l’essenza archetipica della parola. Ermanna dei presagi» (Dizionario dello Spettacolo del ’900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini & Castoldi 1998) • Vedi anche “la Repubblica” 16/7/2011.