RICHARD NEWBURY, La Stampa 18/7/2011, 18 luglio 2011
Paddy Leigh Fermor l’audace colpo a casa del Minotauro - Pochi negherebbero che Patrick «Paddy» Leigh Fermor, morto lo scorso 10 giugno a 96 anni, sia stato «il più raffinato scrittore inglese del XX secolo» o «il più grande narratore di viaggi» o «uno dei massimi eroi della seconda guerra mondiale»
Paddy Leigh Fermor l’audace colpo a casa del Minotauro - Pochi negherebbero che Patrick «Paddy» Leigh Fermor, morto lo scorso 10 giugno a 96 anni, sia stato «il più raffinato scrittore inglese del XX secolo» o «il più grande narratore di viaggi» o «uno dei massimi eroi della seconda guerra mondiale». C’è una sola parola che si avvicina a racchiuderlo tutto, una parola cretese, levendeia : un amalgama di entusiasmo, arguzia, battute fulminanti, gusto per la vita. Come disse Christopher Hitchens, «finché Fermor sarà letto e ricordato, l’ideale di eroe sarà un ideale vivo». Fermor era uomo di lettere e di azione, l’uomo rinascimentale per eccellenza: nessuno scriveva come lui, nessuno combatteva come lui. Ed effettivamente solo l’immaginazione di uno scrittore avrebbe potuto concepire e poi attuare l’ardita impresa del tempo di guerra, architettata al Cairo nell’appartamento di una contessa polacca insieme col suo amico, il capitano Billy Moss, e portata sullo schermo nel 1956 da Powell e Pressburger nel film con Dirk Bogarde Colpo di mano a Creta . Dopo feroci perdite, ventimila paracadutisti tedeschi nell’aprile 1941 avevano preso Creta ai difensori britannici e il maggiore Leigh Fermor, che parlava fluentemente il greco, era stato nominato comandante dei partigiani, il che comportava il travestimento da pastore. Dopo l’8 settembre era riuscito a portar via e nascondere al Cairo, sotto il naso dei tedeschi, il generale Carta. Perché non fare la stessa cosa con un generale tedesco? Il 4 febbraio 1944 il venticinquenne Paddy viene paracadutato sulle montagne greche, dove due mesi dopo lo raggiunge il suo collaboratore Billy Moss con due greci. Il 26 aprile Paddy e Bill, travestiti da soldati tedeschi, fermano la Mercedes del generale Karl Kreipe nei pressi di Cnosso, la città del Minotauro - nulla che riguardi Paddy è estraneo alla mitologia greca. Paddy ha in testa il berretto del generale, il quale è stato rapito, legato e infilato nel bagagliaio da due partigiani greci, e così riescono ad attraversare Iraklio passando indenni 22 blocchi stradali. Paddy abbandona l’auto sulla costa Nord con un biglietto in cui dice che il rapimento è un’azione militare condotta da commandos britannici. In questo modo spera di evitare rappresaglie sui civili (cheperò avverranno ugualmente). Poi il drappello si mette in cammino verso il Monte Ida e attraversa la catena montuosa diretto alla costa Sud. Nonostante gli aerei tedeschi e 30 mila soldati - l’intera guarnigione - battano palmo a palmo Creta, riescono a fuggire su una motolancia, il che dimostra che erano i cretesi e i britannici a controllare l’isola. L’impresa è un grande aiuto morale per i cretesi e il nome di Paddy adesso riecheggia in tutta la Grecia, rivaleggiando con quello di Byron. Il generale tedesco, quando sul Monte Ida sorge l’alba di quello che lui, circondato da briganti coperti di pelli di capra e assetati di sangue, pensa sia il suo ultimo giorno, comincia a recitare l’ode di Orazio: «Vides ut alta stet nive candidum Soracte...» («Vedi come il Soratte si elevi candido per l’alta neve»). Paddy continua l’ode là dove lui si è fermato, completandola: «... nec iam sustineant onus silvae laborantes, geluque flumina constiterint acuto» («e come i boschi affaticati non sostengano più il peso, e come i fiumi si siano fermati per l’acuto gelo»). «E quando ebbi finito, il generale spostò i suoi occhi azzurri dalla montagna a me e, dopo un lungo silenzio, disse: “Ach so, Herr Major”». Le Odi di Orazio e l’ Oxford Book of English Verse [l’antologia classica della poesia inglese 1250-1900, ndt] erano i due libri che il diciottenne Paddy aveva messo nello zaino - un prestito di Robert Byron, lo scrittore di viaggi che aveva raccontato Bisanzio - quando, espulso dalla scuola e restio ad arruolarsi nell’esercito, con il suo assegno annuale di 50 sterline era partito da Rotterdam per andare a piedi fino a Costantinopoli, dove arrivò 18 mesi più tardi, dormendo nei fienili e negli ospizi, nei castelli e nei palazzi, e divorando lungo la strada lingue e biblioteche. Dopo aver combattuto in Grecia nel 1935, andò a vivere con la sua amante, la pittrice Balasha Cantacuzene, nel castello che lei possedeva in Moldavia. Quando, il 3 settembre 1939, Paddy si precipita in Inghilterra per arruolarsi nelle Guardie irlandesi come molti altri ventitreenni, dimentica di portare con sé i taccuini sul periodo successivo a Costantinopoli. Quando arrivano i comunisti e danno a Balasha 15 minuti di tempo per andarsene con un’unica valigia nella soffitta che le è stata assegnata, lei li porta con sé. I taccuini riescono comunque a trovare la strada che li riporta a lui, che al momento della morte stava ancora lavorando al terzo volume della trilogia della sua odissea pre-bellica, di cui aveva pubblicato nel 1977 A time of Gifts (tradotto da Adelphi, Tempo di regali. A piedi fino a Costantinopoli da Hoek Van Holland al medio Danubio ) e nel 1986 Between the Woods and the Waters . Tutti ci auguriamo che questo terzo volume vada ad aggiungersi al corpus delle sue opere, in cui spicca, tra gli altri, Mani Travels in Southern Greece (1958) ( Mani. Viaggi nel Peloponneso , ed. Adelphi). Nel romanzo The Violins of St Jacques (1953) Fermor immagina che durante un ballo in maschera un vulcano distrugga un’intera civiltà. Se la stessa cosa accadesse alla nostra, le sue opere ne darebbero ai futuri archeologi la visione più allusiva, dall’epoca classica alla caduta del Muro di Berlino. Sono sguardi invitanti su mosaici sommersi che rivelano la sua vita e un’ultima visione, mentre camminava da Londra a Istanbul, di un mondo europeo che Turgenev avrebbe riconosciuto come un fuggevole lascito del mitologico mondo classico e arcaico.