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 2011  luglio 18 Lunedì calendario

GLI ASCOLTI DEL TG1 E GLI SFORZI EROICI

In piena estate arriva una settimana cruciale per l’informazione. Mentre in Gran Bretagna l’intera Camera dei Comuni si ritrova compatta a sanzionare la vicenda News of the World e a pronunciare un «no» compatto nei confronti di uno degli uomini più potenti dei media internazionali, Rupert Murdoch, in Italia si ragiona sul destino dei telegiornali, e del Tg1 in particolare.
Da un lato, nel Cda Rai si leggono con preoccupazione i dati sulla raccolta pubblicitaria e sulla crisi d’ascolti del notiziario della prima rete; dall’altro lato, il «direttorissimo» Augusto Minzolini definisce i suoi sforzi «eroici». Dove sta la verità? Minzolini perde indiscutibilmente ascolti, difficile interpretare diversamente i dati. Negli ultimi due mesi, in particolare, il Tg1 delle 20 lascia sul campo quasi 700.000 spettatori rispetto al 2009 e più di un milione rispetto al 2008. I risultati del notiziario della sera sono attualmente fermi a 4.315.000 spettatori medi, per uno share del 22,4%. Solo tre anni fa lo share - nello stesso periodo - era del 31%. Che tutto ciò sia l’effetto della frammentazione legata al digitale è solo in parte vero, la controprova sono gli ascolti notevoli del tg generalista di Enrico Mentana.
Lo stesso Tg5, rispetto a tre anni fa, perde sì, ma molto meno, circa 4,5% di share. Ma, al di là dei numeri, vengono alla mente due osservazioni. Il Tg1 è sempre stato percepito come il «telegiornale istituzionale», una sorta di «casa degli italiani». Ora, senza entrare nelle ragioni specifiche, il Tg1 inizia a non essere percepito più così, e rischia di diventare marginale. Secondo, se in Gran Bretagna questi temi diventano oggetto di un pubblico dibattito su informazione e democrazia, accadrà mai lo stesso anche da noi?