Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 18 Lunedì calendario

DA DESTRA A SINISTRA LE IDEE ANTI SPRECHI

ROMA — Ci hanno provato in tanti, ma nessuno ci è riuscito. E l’elenco delle proposte per ridurre i costi della politica è destinato ad allungarsi ancora. La ragione è «banale» , spiega il segretario della Uil Luigi Angeletti: «Il potere di tagliare spetta ai politici. Inutile sperare in ravvedimenti, bisogna costringerli» . Il problema è il come. «Noi non molliamo— giura il segretario —. La battaglia per ridimensionare le spese continuerà, anche grazie alla pressione dell’opinione pubblica» . A febbraio la Uil presentò un’inchiesta choc che svelava come un milione e 300 mila italiani campano di politica e costano allo Stato 24,7 miliardi: 646 euro l’anno per ogni cittadino. Fosse per Pino Pisicchio — deputato dell’Api che da tempo studia antidoti agli sprechi dei palazzi — il governo dovrebbe mettere su una task force di cervelli, «non retribuiti e non parlamentari» , per censire gli stipendi di quell’esercito di politici e affini che dissangua le pubbliche casse. Nel 2008 Pisicchio presentò una proposta di legge per abolire le province e incentivare il lavoro giovanile: «Ce l’avevamo quasi fatta, ma la faccia tosta bipartisan ha stoppato la riforma» . E c’è un altro rospo che l’onorevole fatica a mandare giù, l’idea «schizofrenica e folle» del pd Ugo Sposetti di finanziare, con i soldi degli italiani, le fondazioni dei partiti. Viceversa, l’elenco dei politici che meditano tagli è lungo e trasversale. Il padre indiscusso di ogni riforma sul tema è Franco Bassanini, che ha scritto poderosi saggi e firmato la celebre legge sullo snellimento e la riorganizzazione dell’intera macchina dello Stato. Il sogno di «semplificare l’Italia» è ancora tutto da realizzare, ma il professor Bassanini non si stanca di sgolarsi: «Bisogna ridurre i membri dei governi e delle assemblee a tutti i livelli» , mettere tetti drastici a segreterie e gabinetti, tagliare auto blu, alloggi di servizio, scorte... Parole al vento, vista la manovra appena varata. E pazienza se lo stesso Bassanini dà atto a Tremonti di aver «avanzato proposte di questo genere» , che però la finanziaria non ha recepito. «Quando si chiedono sacrifici al Paese i primi a farli dovrebbero essere i politici — ammette il senatore Marco Follini, autore di un disegno di legge costituzionale per regolare il conflitto di interessi dei parlamentari —. La mia proposta è un modesto tentativo per restituire dignità al nostro lavoro vietando ai parlamentari di cumulare incarichi e stipendi» . Nell’attesa che una qualunque di queste proposte approdi un giorno in Gazzetta ufficiale, la Camera continua a erogare duemila vitalizi in favore di ex inquilini di Montecitorio (e loro eredi). Privilegi che il segretario del Pd, Bersani, si è impegnato a ridurre con un emendamento al bilancio della Camera. Partito che vai, buoni propositi che trovi. Nel 2007 l’allora ministro Di Pietro firmò con Fini un progetto di legge sui costi della politica, che fece infuriare Berlusconi. Carta straccia, pure quello. «Troppe promesse devono vedere la luce — riepiloga Silvana Mura, Idv — Le auto blu? L’unica cosa che si è fatta è la ridicola riduzione della cilindrata» . Chi sperava nella commissione chiamata ad alleggerire le buste paga record dei parlamentari italiani, confrontandole con quelle europee, potrebbe restarci male. «Volete ridere?— rivela la Mura— Sono stati presi in esame solo i Paesi con le indennità più alte...».