Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 18 Lunedì calendario

Mario Cal, 72 anni. Storico braccio destro di don Verzé nella gestione del San Raffaele di Milano, la settimana scorsa, sentendosi additato come il principale responsabile dello spaventoso debito accumulato dalla Fondazione (quasi un miliardo di curo), si era dimesso dalla sua carica di vicepresidente

Mario Cal, 72 anni. Storico braccio destro di don Verzé nella gestione del San Raffaele di Milano, la settimana scorsa, sentendosi additato come il principale responsabile dello spaventoso debito accumulato dalla Fondazione (quasi un miliardo di curo), si era dimesso dalla sua carica di vicepresidente. Sposato con Tina Besana, «coraggioso, uomo di grande di fede», nei giorni scorsi era stato ascoltato dalla Procura della Repubblica, come testimone, a proposito del crac dell’ospedale e subito dopo aveva chiesto al nipote se la sua Smith & Wesson era abbastanza potente da uccidere un uomo sul colpo. Il ragazzo, pensando che lo zio gli faceva quelle strane domande perché voleva una pistola come regalo di Natale, gli aveva risposto che è più potente la Magnum. Lunedì mattina Cal andò nel suo ufficio al sesto piano del san Raffaele dicendo che doveva prendere degli effetti personali e invece si puntò la Smith & Wesson alla tempia e sparò un colpo che dopo avergli trapassato il cranio rimbalzò su una parete della stanza. Due lettere di addio, una alla moglie, una alla segretaria: («Mi uccido, perdonatemi. Pago colpe non mie». Alle 10.30 di lunedì 18 luglio al san Raffaele di Milano.