Adriana Bazzi, Corriere della Sera 17/7/2011, 17 luglio 2011
Nel maggio scorso, Bartolo Colon ha lanciato la palla da baseball a 150 chilometri orari e non solo ha lasciato gli avversari di stucco, ma ha ammutolito anche i fan della sua squadra, i New York Yankees
Nel maggio scorso, Bartolo Colon ha lanciato la palla da baseball a 150 chilometri orari e non solo ha lasciato gli avversari di stucco, ma ha ammutolito anche i fan della sua squadra, i New York Yankees. Fino a poco tempo prima Colon sembrava (atleticamente) spacciato per un problema alla spalla destra, ma è rinato (raccontano) grazie a un’iniezione di cellule staminali. Un trattamento che la scienza ufficiale non approva perché non sperimentato secondo i canoni della ricerca scientifica, ma che molti centri offrono, come panacea per tanti problemi, da quelli delle articolazioni fino a quelli del midollo spinale (come certe forme di paresi) o del cervello (come Parkinson o Alzheimer), promettendo recuperi rapidi in tempi brevi. E chi meno degli atleti di rango, che si giocano tutto in poche stagioni, può resistere a queste offerte? Così gli sportivi diventano cavie privilegiate di trattamenti "alternativi". Il caso Colon non è isolato. Kobe Bryant, uomo di punta del basket nei Los Angeles Lakers, ha fatto qualcosa di analogo, ma ricorrendo a un’altra procedura innovativa: un’iniezione di plasma ricco di piastrine nel ginocchio destro, colpito dall’artrite. E prima di lui si sono sottoposti a questo trattamento la star del tennis Rafael Nadal e il super-golfista Tiger Woods, sempre per problemi alle ginocchia. Entrambe le cure fanno discutere, non solo per i dubbi sulla loro efficacia e sicurezza, ma anche perché la Major League Baseball e la World Anti-doping hanno avanzato il sospetto che possano configurarsi come doping. Al momento sembra di no, se non sono accompagnate dalla somministrazione di ormone della crescita o del fattore di crescita analogo dell’insulina (Igf-1) considerati, invece, doping. La carriera di Bartolo Colon, che ha appena compiuto 39 anni, ha avuto un inizio folgorante: nel 2005 ha vinto l’American League Cy Young come miglior lanciatore, ma già all’epoca lamentava problemi alla cuffia dei rotatori, i muscoli che stabilizzano la spalla. Proprio a destra, il lato del lancio. E Colon è rimasto in panchina per lungo tempo, negli ultimi anni, fino a un lancio spettacolare. Colon per tornare sul campo si è affidato a Joseph Purita, fondatore dell’Institute of Regenerative Medicine di Boca Raton, che lo ha operato nella Repubblica Dominicana: in 45 minuti il chirurgo ha estratto cellule staminali, cosiddette mesenchimali, dal midollo osseo e dal tessuto adiposo dell’atleta, le ha centrifugate e le ha iniettate nella sua spalla e nel suo gomito, con successo. Domanda: come mai queste cellule hanno funzionato? Risposta, ancora tutta da verificare: o le cellule stesse hanno ricostruito nuovi tendini e nuovo tessuto muscolare, oppure hanno liberato fattori di crescita che hanno stimolato l’auto riparazione da parte dell’organismo stesso. O addirittura hanno agito per semplice effetto placebo, che esiste, anche quando si parla di chirurgia. Gli specialisti, però, avvertono: occorre essere molto cauti nei confronti di queste terapie che sono promosse in Internet con un marketing aggressivo e sono spesso praticate in Paesi dove la legislazione sanitaria è piuttosto permissiva (non a caso Colon è stato operato nella Repubblica Dominicana). La questione delle piastrine è un po’diversa. Kobe Bryant è volato in Germania per sottoporsi a questa procedura che richiede circa un’ora. I medici prelevano un po’di sangue, lo centrifugano per 20 minuti e isolano le piastrine, che iniettano poi nella sede della lesione: nel caso di Bryant, un ginocchio artritico che aveva già subito due operazioni. L’idea di utilizzare le piastrine come "farmaco"si basa sul fatto che queste cellule (indispensabili per la coagulazione) contengono sostanze anti-infiammatorie e fattori di crescita, utili per riparare i danni dei tessuti. Adriana Bazzi