Vera Schiavazzi, il Venerdì di Repubblica 15/7/2011, 15 luglio 2011
COSÌ IN VALIGIA FIORISCE IL BENESSERE. ALOE E CALENDULA PER SCOTTATURE E PUNTURE, ESCOLZIA, MELISSA E PASSIFLORA CONTRO IL JET LAG, FINOCCHIO E CICORIA PER I DISTURBI ALIMENTARI... LE ERBE AIUTANO A RISOLVERE I PICCOLI PROBLEMI DELLE VACANZE. MA FATE ATTENZIONE CHE SIANO CERTIFICATE
Una valigia piena di erbe, ben confezionate, s’intende, in modo che nessuna security aeroportuale le possa scambiare per sostanze illecite. Curarsi in modo naturale, anche in vacanza, si può. Anche per evitare i possibili «effetti collaterali» di un viaggio, di una spiaggia e di nuove abitudini di vita.
Così, un tubetto di arnica, sperimentato e efficace antidolorifico, può salvare matrimoni e amicizie dopo una lunga camminata, mentre il gel di aloe può lenire scottature solari di piccoli e grandi ed evitare la litania serale del «te l’avevo detto di stare sotto l’ombrellone». Come spiega Simonetta Neri, farmacista ed esperta di medicina dei viaggi, le erbe non solo sono efficaci ma spesso hanno un effetto rapido che va molto al di là delle aspettative, e supera quello dei farmaci tradizionali. Gli italiani che se ne servono, magari affiancandole ad altri prodotti, sono ormai circa sei milioni e mezzo, quelli che invece scelgono con decisione la strada dell’omeopatia cinque milioni e trecentomila. Ma che cosa mettere comunque in valigia? Oltre all’arnica (utile per ematomi, distorsioni e contratture) e all’aloe, non possono mancare la calendula (cura le punture di insetti e aiuta a mantenere fresca e morbida la pelle dopo i bagni in mare e l’esposizione al sole), il rusco (sotto forma di gel, è un vero toccasana dopo lunghi viaggi in aereo e in treno e fa tornare le gambe «leggere»), il propoli (cura i mal di gola estivi causati da aria condizionata e sbalzi di temperatura, in forma di tavolette masticabili o spray, mentre, in stick, protegge le labbra da ogni aggressione).
Arrivati a destinazione, se si fatica a ritrovare il ritmo del sonno, passiflora, melissa, escolzia e valeriana aiutano il relax e possono perfino cancellare il jet lag: la forma giusta è quella delle pillole, scegliendo il mix più adeguato al proprio caso con i consigli dell’esperto. Cicoria e fermenti lattici sono quel che ci vuole per prevenire e curare i disturbi intestinali dell’estate, mentre finocchio e carbone vegetale aiutano ad affrontare nuove abitudini alimentari. E se questa è la «dotazione base», il kit può essere ampliato quasi all’infinito sulla base delle proprie caratteristiche personali. Non solo: l’estate è il momento giusto, con i suoi ritmi rallentati, per provare a liberarsi da qualche farmaco di troppo, ad esempio i tranquillanti presi per dormire, sostituendoli gradualmente con un prodotto naturale. Chi vuole arricchire la borsetta dei rimedi, può consultare i siti specializzati (come erbepiantemedicinali.it), senza dimenticare di chiedere consiglio al fornitore di fiducia.
Anche la ricerca medica, del resto, sta riscoprendo la fitoterapia, che ha dalla sua non soltanto una tradizione millenaria, ma anche recenti conferme basate su studi in «doppio cieco» (farmaci sperimentati all’insaputa sia del medico curante che del paziente). Integratori, medicinali e cosmetici a base di erbe sono arrivati così nelle farmacie e nelle parafarmacie, mentre le vecchie erboristerie, paradossalmente, sono in crisi: da quando i loro rimedi sono stati accettati da tutti, il negozio specializzato e un po’ misterioso ha perso terreno.
Attenzione all’etichetta, però: non tutti i prodotti a base di erbe sono naturali al cento per cento: per produrli in questo modo infatti occorre un livello di tecnologia elevato e un notevole apparato di ricerca, che non tutti i produttori possono, o vogliono, permettersi. Così, ormai, anche in questo campo sono arrivate le certificazioni, come Ccpb o Aiab, che garantiscono che la tisana, le capsule o la pomata siano davvero biologiche, cioè derivate da erbe coltivate senza pesticidi e sostanze chimiche. Grandi produttori specializzati, come la toscana Aboca per esempio, seguono il ciclo produttivo dal seme alla confezione, garantendo così la più totale tracciabilità dei rimedi, grazie a 700 ettari di orti e coltivazioni dedicate, dove non vengono mai utilizzati mai né solventi né additivi chimici.
«Una fascia sempre più ampia di pubblico» racconta Simonetta Neri «si rivolge ai farmaci tradizionali, sia quelli che richiedono una prescrizione medica sia ai prodotti da banco, solo in caso di estrema necessità, preferendo comporre invece la propria “farmacia da viaggio” con i prodotti naturali. Aumenta, di conseguenza, anche la richiesta di informazioni su quali erbe usare, da chi sono coltivate e con quali metodi. Un’attenzione più che legittima dato che i principi attivi contenuti nelle piante sono potenti e spesso agiscono molto rapidamente, dunque non vanno assolutamente sottovalutati né usati a casaccio. Alcune piante sono state ritirate dal commercio proprio perché, sottoposte ai controlli utilizzati per i farmaci allopatici, hanno dimostrato di avere effetti collaterali. Anche per questo oggi il consumatore che sceglie la fitoterapia è più tutelato rispetto al passato».
Le aziende più importanti, poi, progettano e realizzano nei loro laboratori preparati nei quali i poteri delle singole erbe vengono combinati insieme e interagiscono, con risultati che non sono per nulla inferiori a quelli dei farmaci prodotti con sostanze di sintesi. «Ecco perché» dice Neri «suggerisco spesso di inserire i fitofarmaci nel “pronto soccorso da viaggio”: funzionano, sono rapidi e non producono effetti indesiderati».
Tuttavia ai viaggiatori non basta un kit naturale ben confezionato: ci sono alcune le regole base che, soprattutto quando si parte per luoghi particolarmente esotici, vanno sempre e scrupolosamente rispettate. Si va dal sottoporsi alle vaccinazioni prescritte per le singole mete (in ogni capoluogo di regione e in parecchie altre città esistono centri pubblici di medicina dei viaggi da consultare prima di partire) fino all’avvertenza di bere soltanto acqua o altre bevande confezionate e sigillate, senza aggiungere ghiaccio. No a latte e latticini non pastorizzati, a verdure e frutta non sbucciate, a pesce, carne e frutti di mare crudi o poco cotti, e perfino all’amatissimo cibo da strada che può nascondere molte insidie. Lavarsi spesso le mani, usare l’acqua delle bottigliette anche per la pulizia dei denti e farla bollire quando non è possibile acquistarla sigillata sono precauzioni che possono evitarci di passare un’estate rinchiusi in una camera d’albergo.