pa. za., il Fatto Quotidiano 15/7/2011, 15 luglio 2011
“SONO CATTOLICO, NON FARE AGLI ALTRI...”
Da cattolico qual è, l’onorevole Francesco Paolo Sisto ama le citazioni bibliche. La “corona di spine”, il “patibolo”, la “colpa” e il Vangelo: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Il catechismo, questa volta, si fa a Montecitorio e precisamente nella Giunta per le autorizzazioni, il luogo dove i parlamentari decidono se dare il via libera ai giudici che chiedono di arrestare qualche loro collega di scranno. Sisto, incaricato dalla maggioranza di presentare una relazione sul caso di Alfonso Papa, a sorpresa ieri ha deciso di tirarsi indietro. Vuole leggersi i nuovi documenti che il deputato Pdl indagato nell’inchiesta P4 ha portato a sua difesa. Divenuto celebre dopo “l’autoinvito” ad Annozero – si era presentato al posto di Fabrizio Cicchitto, Santoro non lo fece entrare in studio – per la seconda volta ha un compito ingrato: evitare di finire stritolato tra il garantismo dei pidiellini e le tribolazioni della Lega, che questa volta non se la sente di difendere un’altra pecora nera del “partito degli onesti”.
Onorevole Sisto, le tocca di nuovo portare la croce?
Diciamo che non me le vado a cercare, ma nemmeno mi sottraggo alle responsabilità.
Ieri però ha dovuto fare un passo indietro.
Dall’opposizione stava partendo la ola. Sentivo l’oooooo che cresceva verso il patibolo.
Così ha fermato la partita.
Se non avessi sospeso il mio giudizio avrei creato un vulnus pericoloso: quando un incolpato presenta carte a sua difesa noi abbiamo il dovere di leggerle.
Voleva dire indagato?
Per i magistrati è indagato, per noi è incolpato.
La Giunta non entra nel merito del processo, ma le indagini non sono un’opinione.
Esatto, noi non entriamo nel merito del processo. Il quadro che abbiamo di fronte è desolante, ma il giudice fa il giudice, il sacerdote fa il sacerdote, la giunta fa la giunta. Abbiamo un compito delicato: salvaguardare il Parlamento. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.
La casta salva Papa.
No! Non è un meccanismo di autotutela. È l’articolo 68 della Costituzione. Io dico che il fumus persecutionis non ha colore politico. Ragionerei allo stesso modo se parlassimo di un parlamentare del Pd o dell’Idv.
Eppure anche la Lega ha dei grossi dubbi nel difendere Papa. Bossi dice che vi terranno “sulle spine” fino alla fine.
Io sono cattolico, e le spine per me sono solo quelle della corona.
Dunque non è vero quello che si dice: che lei ha ritirato la sua relazione perché avevate paura che i leghisti non la votassero.
Io avrei fatto la stessa cosa anche se avessi avuto la certezza dei voti della Lega, io. Sono arrivati nuovi documenti ed è mio dovere leggerli.
In Giunta si era detto che quegli allegati erano “ininfluenti”, lo avevate votato a maggioranza nella seduta del 22 giugno.
Ma come si fa a dire che una cosa non ti serve se non ce l’hai?
Ma sono sedicimila pagine, come può pensare di leggerle in un giorno?
14 mila 932, per la precisione. Le ho fatte contare e poi dividere in capitoli, ho fatto un indice...
Papa le ha portate in Giunta mercoledì, poteva cominciare a leggerle ieri.
Ieri c’era aula, se avessi avuto il “cerca-trova” l’avrei fatto.
Il “cerca-trova” non ce l’ha nemmeno adesso.
Ci provo. Leggerle tutte è impossibile. Farà una lettura a campione, sperando di trovare cose utili.
E poi scriverà una nuova relazione.
Non lo so. Rielaborerò il mio giudizio. Poi mi consulterò con il capogruppo.
Alla fine deciderà Paniz?
Con tutto il rispetto, no. Difendo la mia immagine. Comunque oggi alle 12 sarà un mezzogiorno di fuoco.